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Bebe Vio, oro ai Mondiali paralimpici: ricordate quando si è smontata per noi?

Terzo oro consecutivo per Bebe Vio ai Mondiali paralimpici di fioretto femminile categoria B. Con Sabrina Nobile abbiamo avuto l’onore di avere “in prestito” una protesi della nostra campionessa smontabile!

Terzo oro consecutivo ai Mondiali paralimpici per Bebe Vio! Anche quest’anno, dopo Eger2015 e Roma2017, la 22enne conquista il titolo di campionessa del mondo di fioretto femminile categoria B. Questa volta in Corea del Sud, a Cheongju, dove la nostra campionessa ha battuto in finale la cinese Xiao Rong.

“Adesso obiettivo sulla gara a squadre. Poi penseremo a Tokyo2020”, ha detto e sotto la divisa spunta la maglietta rossoblù del Cagliari di Radja Nainggolan, suo amico.

Che può arrivare dove vuole Bebe Vio lo aveva già mostrato con la sua fantastica ironia nel 2016, quando aveva pubblicato su Facebook un suo selfie in cui si era staccata una protesi per usarla come selfie stick. “Mia mamma mi ha sempre detto che sarei potuta diventare qualsiasi cosa nella vita, quindi ho deciso di essere un selfie stick”, si legge nel post che potete vedere qui sotto.

Proprio da quel selfie eravamo partiti nel servizio di Sabrina Nobile del novembre 2016 che potete vedere qui sopra, quando la campionessa si è letteralmente smontata davanti a noi. In quell’occasione Bebe, che all’età di 11 anni ha perso avambracci e gambe per una meningite fulminante, ci ha parlato della necessità di ridere e prendere in giro nel modo giusto anche chi è disabile. E ha iniziato a farlo proprio insieme a noi, ridendo mentre si “smontava”. Si è staccata un avambraccio ancora attaccato al microfono e ha mostrato come manovrarlo con gli stessi muscoli di “chi ha tutti i pezzi”.

“Ti definiscono normale soltanto perché hai tutti i pezzi”, dice ridendo a Sabrina Nobile, nel servizio che vedete qui sotto. “Bisogna sempre scherzare un po' anche perché, se no, con certe situazioni non ci si fa. Per me è normale staccarmi qualcosa e passarlo agli altri. Anche a scuola mi arrivava a volte una voce dal fondo: ‘Bebe, mi passi il braccio che mi sto annoiando’”. “Proprio perché anche noi siamo persone normali, dobbiamo scherzare anche sulla disabilità. L’ironia ti aiuta a vivere meglio. E non dobbiamo prenderci in giro solo noi, devono farlo anche gli altri. Se sei disabile, ti trattano tutti come se fossi un cavalluccio di cristallo, invece ti devono trattare normalmente, anche prendendoti in giro. Io sono fiera delle mie protesi, mi piacciono, le mani vostre si muovono un po’ troppo, mi fanno un po’ schifo, e pure i piedi!”.

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