Blackout challenge, sfida folle online: la morte di Igor | VIDEO
Il padre Ramon racconta che il 14enne milanese Igor Maj è morto per il Blackout challenge, una folle sfida online in cui ti devi legare qualcosa al collo fino a svenire per pochi istanti. Ce ne parla Matteo Viviani
Una folle sfida diffusa sul web soprattutto tra gli adolescenti. Parliamo del Blackout challenge, una pratica nata molti anni fa ma che la rete ha purtroppo reso di nuovo attuale. Consiste nel legarsi qualcosa al collo fino a svenire per qualche istante.
“Quando sono arrivato a casa e ho visto la scena ho capito: lui si è attaccato una corda intorno al collo e si è soffocato. L’unica cosa che ho pensato è stato il suicidio però mi sembrava assolutamente impossibile”, racconta il padre di Igor Maj, 14enne di Milano. “E’ sempre stato un ragazzo allegro. Il giorno prima è stata una giornata particolarmente bella. Abbiamo giocato insieme”.
Il giorno dopo, mentre è al lavoro, Ramon riceve una telefonata dalla signora che li aiuta in casa: “Mi dice che dovevo tornare a casa perché Igor stava molto male. L’unità di rianimazione faceva il massaggio cardiaco a Igor. Io ci ho creduto fino alla fine ma poi mi hanno comunicato che non c’era più attività cerebrale”.
Riacquistata un po’ di lucidità, i genitori vengono a conoscenza delle ultime ricerche sul telefono di Igor. “Guardando la cronologia abbiamo trovato questo video sulle challenge più pericolose che i ragazzi fanno e una delle ultime era proprio questa sfida al soffocamento. E lì abbiamo capito. Alle 11.30 aveva visto il video e la cosa è successa tra le 12.30 e le 13”.
Così i genitori, informandosi, vengono a sapere di un mondo a loro sconosciuto: “il mondo della sfida al soffocamento”, il Blackout challenge. È una realtà diffusa nel mondo dei ragazzini, di cui gli adulti di solito sanno poco. Per questo Ramon pensa che sia importante informare gli adulti di questo fenomeno e non solo scrive una lettera sul sito che frequentano gli amici di Igor, ma inizia ad andare nelle scuole per parlarne: “Io sono convinto che parlare delle cose riesca a dare ai genitori gli strumenti per capire cosa frulla in testa ai ragazzi e dall’altra parte ai ragazzi dà gli strumenti per capire quanto grosse possono essere certe cazzate e quindi quanto siano da evitare. Sono convinto che conoscere i pericoli e farli conoscere ai ragazzi è sempre una cosa positiva”.
Sulla vicenda di Igor è intervenuta anche Selvaggia Lucarelli, che ha scritto un lungo post a riguardo. “Inveiva, dando sostanzialmente un po’ del falso, del fasullo a mio marito dicendo che diceva cose che non erano state assolutamente controllate”, racconta la mamma di Igor a Matteo Viviani. “Lei in sostanza diceva: certo è più facile pensare che il proprio figlio sia morto in questo modo, per un video visto piuttosto che pensare che si sia suicidato. Io ve lo assicuro, ho perso mio figlio e, qualunque sia il modo in cui muore, il dolore è quello”.