Bracconaggio, la vergogna della caccia alla volpe con i cani | VIDEO
È una delle pratiche più crudeli che trasforma la caccia in maltrattamento di animali (cuccioli compresi), una guardia ci parla della caccia alla volpe in tana con l’ausilio dei cani. E c’è anche una petizione che chiede al governo una legge più chiara
“Il bracconiere è un delinquente perché commette reati contro il patrimonio di tutti”. A dirlo è chi ogni giorno controlla e previene questi reati che passano anche attraverso la caccia alla volpe con i cani in tana, la più cruenta, maltrattamento se non vera tortura degli animali. Lo racconta a Le Iene, nel video che potete vedere qui sopra, una guardia ittico-venatoria, un volontario della tutela degli animali.
Lo fa senza mostrare il suo volto “per un fatto di sicurezza, perché nel mondo venatorio c’è molta gente onesta ma anche una parte che è disposta a tutto”. E qua si parla di bracconaggio, che non fa parte di questo mondo. È l’altra faccia possibile della medaglia della caccia, consentita dalla terza settimana di settembre alla fine di gennaio in zone ben precise come previsto dalla legge nazionale.
Il nemico numero uno di questo mondo si chiama volpe. Verso questa specie viene battuta la caccia più feroce e crudele. Perché i bracconieri ce l’hanno così tanto con lei? “È vista come un concorrente diretto alla loro attività. Si nutre degli stessi animali a cui loro danno la caccia”, ci spiega la guardia volontaria che in dieci anni di servizio si è trovata spesso a dover affrontare battute illecite.
Una di queste è quella che avviene in tana con i cani. Una caccia spietata che punta a stanare e uccidere non solo gli animali adulti, ma anche i cuccioli. “La caccia alla volpe è lecita in determinati momenti dell’anno, quella che avviene tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate non lo è affatto”, dice il nostro testimone. La tana della volpe è formata da più cunicoli che servono come vie di fuga sia per gli adulti che i cuccioli.
“La caccia in tana è la modalità più cruenta perché c’è un combattimento tra animali che è vietato dal codice penale”. I cani vengono mandati nei cunicoli sotterranei, la volpe tende a fuggire all’esterno dove ad attenderla ci sono i cacciatori. Solitamente è proprio il cane a portare la volpe fuori dalla tana trascinandola per la coda. Così non ha proprio via di scampo.
“Morire per una fucilata o sbranati da un branco di cani non è la stessa cosa”, spiega la guardia venatoria. “Anche perché vengono aizzati in maniera furibonda verso gli animali”. E se i cunicoli dovessero essere troppo stretti per il cane? Esiste un altro metodo ancora più cruento: i bracconieri utilizzano dei piccoli escavatori per distruggere le tane. “È come morire sotterrati dalle macerie della propria casa”.
Guarda qui sotto le foto nella gallery dedicata alla caccia alla volpe in tana
Un altro modo di cui ci parla il nostro testimone sono le pastiglie di zolfo che vengono gettate nei cunicoli e creando asfissia fanno fuggire all’esterno la volpe che viene fucilata. Poi ci sono le tagliole, vere e proprie trappole mortali per i cuccioli. Attorno ai 30/40 giorni di vita per loro inizia la fase delle esplorazioni, queste vengono nascoste all’ingresso delle vie di fuga della tana. I cuccioli passandoci sopra le attivano rimanendo bloccati con le zampe.
“Immaginate la sofferenza degli animali imprigionati qui per ore e giorni. Alcuni animali pur di liberarsi si mangiano gli arti bloccati dalla trappola”, continua la guardia che solo in alcuni casi è riuscita a salvare la vita agli animali feriti. Alle tagliole si aggiungono i lacci in acciaio che vengono lasciati lungo i sentieri, quando la volpe passa all’interno attiva la corda che si stringe attorno al suo collo. In questo caso la morte è assicurata per sete.
Ma che cosa c’è dietro questa caccia alla volpe così spietata? “Stanno attaccando determinate specie non per un pericolo, ma per un interesse economico”, spiega il testimone. “Basti pensare che la provincia di Brescia per ogni capo ucciso dava fino a 40 euro di indennizzo ai cacciatori. C’è chi pur di assicurarsi questi soldi uccideva volpi nei periodi non consentiti e poi congelava le carcasse per consegnarle quando la caccia era consentita”.
E se ci sono interessi economici, la crisi non fa altro che ampliarli. “Il bracconaggio stenta a sparire anche a causa della crisi: aumentano i bracconieri e diminuiscono i cacciatori onesti”, conclude la guardia che lancia un appello anche al governo Conte. “Sarebbe da chiedere l’abolizione della caccia in tana, qui si va a dare la caccia ai cuccioli”.
Una scelta che altri hanno già fatto e cita addirittura Harry d'Inghilterra, Henry il figlio di Carlo e Lady Diana. “Se anche il principe Henry rinuncia alla caccia in un Paese dove è una tradizione come l’Inghilterra. Anche noi paese dell’Unione Europea potremmo fare altrettanto”. Sulla piattaforma change.org è attiva una petizione promossa da Lac e Rifugio Miletta per una legge che impedisca esplicitamente la caccia in tana.
Già 100mila persone l’hanno sottoscritta, cliccando qui.