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“Non puoi cacciare qui”: lui gli spara lasciandolo tetraplegico | VIDEO

Gianfranco non voleva che si cacciasse nella sua propietà. Un cacciatore come risposta gli ha sparato, lasciandogli danni irreversibili. Giulio Golia ha incontrato la vittima e la sua famiglia

Gianfranco era un uomo vitale sempre in movimento tra il lavoro e il suo oliveto.

Il 7 novembre 2015 la sua vita cambia per sempre. Era nel suo oliveto con il figlio quando vedono un uomo aggirarsi per la proprietà con un fucile. Gianfranco gli intima di andarsene perché quella è proprietà privata e non si può cacciare. Ma l’uomo insiste e dice che lui di lì invece ci passa. Gianfranco minaccia di chiamare la Forestale. Quando sta per prendere il cellulare dalla tasca, l’uomo gli spara.

“Per me era morto”, ha detto il figlio a Giulio Golia. Dopo aver sparato il cacciatore scappa e il figlio corre fino alla prima casa vicina per chiamare aiuto.

I soccorsi portano Gianfranco in ospedale.

Dopo tre ore, però l’uomo si costituisce. Prima di quell’episodio il porto d’armi gli era stato tolto, gli era stato restituito solo un mese prima.

Alle forze dell’ordine il cacciatore ha detto di aver sparato perché credeva che Gianfranco avesse una pistola in tasca. Dice anche di aver sparato in aria come avvertimento, non ad altezza uomo.

Gianfranco è vivo per miracolo ma è rimasto tetraplegico. Non cammina e riesce a muovere solo un braccio.

La sua vita è stravolta, perché nel suo paesino vicino a Lucca, per lui e la sua carrozzina è difficile persino fare un giro fuori casa. Il cacciatore è stato condannato a risarcirlo di 500mila euro, ma non li ha: Gianfranco e la sua famiglia non li vedranno mai.

“Sappiamo che non vedremo mai i soldi, ma almeno che vada in carcere”, dice la moglie.

Pochi giorni fa la Cassazione ha confermato la condanna a 12 anni di carcere e il cacciatore dovrà scontare la sua pena.

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