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Botte in carcere a San Gimignano: 15 agenti indagati per abusi e torture

Avrebbero picchiato e umiliato un detenuto marocchino. Sono i primi dipendenti pubblici che devono rispondere del reato di tortura. Con Matteo Viviani ci siamo occupati delle violenze in carcere che avrebbe registrato un altro detenuto, Rachid

Sono accusati anche di tortura, i 15 agenti di polizia penitenziaria del carcere di San Gimignano in provincia di Siena. Avrebbero picchiato e umiliato un detenuto tunisino costretto anche ad abbassarsi i pantaloni mentre veniva insultato con frasi razziste. Così per la prima volta dei dipendenti pubblici devono rispondere del reato di tortura introdotto due anni fa.

I fatti risalirebbero a un anno fa. È l’11 ottobre 2018, quando i 15 agenti avrebbero accerchiato un 31enne di nazionalità tunisina, in isolamento per scontare un anno di reclusione per reati legati allo spaccio di droga.

Le guardie penitenziarie, secondo le accuse dei pm, vanno a prenderlo per trasferirlo da una cella a un’altra, lo trascinano e iniziano a picchiarlo. "Il ragazzo gridava di dolore, sempre più forte", racconta un detenuto di San Gimignano. "Lo picchiavano con pugni e calci, una guardia gli ha messo un ginocchio alla gola mentre era a terra".

La procura di Siena ha chiuso ora indagini definite “complesse e delicate”: in 15 sono accusati tortura, minacce, lesioni aggravate, falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale. Quattro agenti dei 15 autori della tortura sono già interdetti dall’attività giudiziaria.

Con Matteo Viviani ci siamo occupati di un altro caso di torture nelle prigioni italiane, come potete vedere nel servizio qui sopra. Rachid Assarag, detenuto marocchino, ha raccontato le botte e i soprusi che avrebbe subìto, registrate dal suo telefonino.

Un episodio gravissimo che sarebbe avvenuto in particolare nel carcere di Parma il 14 febbraio 2011. Rachid ancora una volta registra i lamenti disperati di un detenuto in cella, che si sta sentendo male.

Si ingoiava la lingua”, sostiene il detenuto. “Ho chiamato la guardia e ho detto di chiamare un dottore ma mi ha risposto di no, che stava bene”. Una risposta che gli sarebbe stata data anche dall’agente che dà il cambio al collega. Passano ore, anche il secondo agente, racconta ancora Rachid, smonta di turno mentre il medico continua a non essere avvisato. Arriva la terza guardia e Rachid insiste, ma anche quest’ultima non avrebbe fatto nulla.

Al mattino il detenuto muore. Quando Rachid chiede spiegazioni all’ultimo agente di custodia, dicendogli che un suo intervento avrebbe potuto salvarlo, lui avrebbe risposto: “Pesa cinquanta chili la cornetta. Ci vuole troppo tempo, io non avevo voglia di lavorare, mettila così”. Il tutto è stato registrato. Le Procure di Prato e Firenze hanno indagato in totale 7 agenti di polizia penitenziaria per questo episodio.

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