“Le idee non si uccidono”: eletto nel Comune dove sua madre, sindaco, fu uccisa
L’intervista a Massimo Poliseno, il figlio dell’ex sindaco di Cardano al Campo (Varese), Laura Prati, uccisa nel suo ufficio da un vifile urbano in un giorno di follia omicida. È stato appena eletto consigliere proprio in quel Comune: “Le idee se valide troveranno sempre qualcuno pronto a raccoglierle e farne tesoro, io con quelle di mia mamma ci sono cresciuto e ora tocca a me portarle avanti come meglio posso”
Massimo Poliseno è appena stato eletto nel consiglio del Comune di cui sua madre era sindaco, prima di essere uccisa nel suo ufficio dai colpi di pistola di un Vigilie urbano il 2 luglio 2013.
“Abbiamo ottenuto giustizia e spero che con oggi sia finita definitivamente, anche se nessuno mi darà indietro mia madre”. Massimo Poliseno ci aveva detto così 6 anni fa, poco dopo la condanna definitiva del assassino di sua madre nel primo servizio di Giulio Golia dedicato al caso (sopra vedete l’ultimo del 25 marzo scorso).
Massimo si è presentato alle Amministrative 2019 solo un mese prima delle elezioni ed è riuscito in poco tempo a conquistare il 22,07% dei voti insieme alla sua lista “Cardano è”, di sinistra.
«Ci siamo candidati perché secondo noi molte persone altrimenti non avrebbero avuto rappresentanza». Addirittura ci racconta che molte persone arrivate ai seggi chiedevano “chi fosse il figlio di Laura Prati”. Sa benissimo che una parte delle 315 preferenze ottenute sono l’eredità dell’impegno politico di sua madre e ne va fiero: “Le preferenze sono per me, ma anche per mia mamma”.
Il suo partito è andato bene ma non ha vinto, ma la sconfitta ha un sapore simile a quello della vittoria perché “queste elezioni sono la perfetta dimostrazione di quello che dico sempre: le idee non si uccidono, le idee se valide troveranno sempre qualcuno pronto a raccoglierle e farne tesoro. Io con le sue ci sono cresciuto e ora tocca a me portarle avanti come meglio posso. Due colpi di pistola bastano per uccidere una persona ma non le sue idee”. I voti ottenuti sia da lui che dalla sua lista sono “un’ulteriore sconfitta per chi ha portato via la mia mamma”.
Il 2 luglio 2013, l'ex vicecomandante dei Vigili, Giuseppe Pecoraro, spara alla prima sindaca donna di Cardano al Campo (Varese), Laura Prati. Noi con Giulio Golia in un servizio del 25 marzo scorso vi abbiamo raccontato l’intera storia di quel terribile giorno, tornando sul caso pochi giorni prima della decisione sulla condanna di Pecoraro, arrivata il 27 marzo dalla Corte d’Appello di Milano nel processo di secondo grado “bis”, che ha confermato l’ergastolo.
La Iena ha ricostruito quel giorno di follia dell'ex vicecomandante dei Vigili urbani, che ferì anche l'allora vicesindaco, Costantino Iametti, sparò a Vigili e polizia, lanciò un fumogeno contro la Cgil per poi essere finalmente fermato da un agente. Nella sua casa venne trovato un vero arsenale, con fucili, pistole e centinaia di proiettili. E un memoriale che sembrava preannunciare la tentata strage.