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Ogni ora in Italia il cemento si mangia un'area di verde grande come un campo di calcio

In un anno nel nostro Paese vengono perduti 51 chilometri quadrati di terreni, un’area grande come la città di Bologna. A lanciare l’allarme è il ministero dell’Ambiente: il cemento aumenta anche se la popolazione diminuisce. Non solo, così facciamo un favore anche al riscaldamento globale

Ogni secondo in Italia perdiamo un’area verde grande come una stanza, ogni minuto una come una casa di 120 metri quadrati, ogni ora un terreno grande quanto un campo di calcio (circa settemila metri quadrati). E’ così che quest’anno siamo arrivati a 51 chilometri quadrati di terreni ricoperti e “mangiati” dal cemento, un’area grande quanto Bologna. A rivelarlo è il Rapporto dell’Ispra, il centro studi del ministero dell’Ambiente.

L’allarme si concentra soprattutto in città, con il 47% della “perdita” di suolo nazionale (il 15% in centro e il 32% in periferia). A Roma il cemento ha cancellato 57 ettari di aree verdi della città, a Milano 11 ettari. In controtendenza Torino, che inverte la rotta e inizia a recuperare terreno con 7 ettari di suolo riconquistati nel 2018.

Negli ultimi sei anni l’Italia ha perso anche superfici che erano in grado di produrre tre milioni di quintali di prodotti agricoli e ventimila quintali in legno, in grado di trattenere l'infiltrazione di oltre 250 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, viene persa.

La trasformazione della terra in cemento, oltre a incidere sulla perdita di aree naturali e agricole, ha un forte legame anche con l’aumento delle temperature. È infatti dalle superfici artificiali che si ha un aumento dell’intensità del fenomeno delle isole di calore. Basta guardare la differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali, che raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi.

La cosa forse più assurda è che il fenomeno “non procede di pari passo con la crescita demografica: le strade, i palazzi, i centri commerciali continuano ad aumentare, con la popolazione che, al contrario, diminuisce sempre di più”. Per ogni abitante che perdiamo come popolazione, per paradosso, abbiamo aggiunto altri 456 metri quadri di terreno edificabile.

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