La storia di Ciro, clochard ai Caraibi con 30mila euro in banca | VIDEO
Luigi Pelazza riesce a riportare a casa, dopo anni vissuti per strada, Ciro, 74enne napoletano emigrato a Guadalupe. Un uomo affetto da demenza senile che aveva perso tutti i documenti e quindi si trovava bloccato ai Caraibi
Un giorno in redazione ci arriva una mail: “Ho perso le tracce di mio zio Ciro. Temo possa avere problemi di salute”. A scriverci è una donna di nome Rita, che chiede di aiutare lo zio, emigrato anni fa da Napoli e oggi a Guadalupe, nei Caraibi. Rita però non vuole in alcun modo comparire: forse perché Ciro, oggi, vive da clochard. E la sua è una storia davvero incredibile.
Ciro ha 74 anni ed è nato a Napoli, da cui è emigrato anni fa dopo la separazione con la moglie e la rottura dei rapporti con la figlia. Un uomo con un passato di successo. Il fratello, che negli ultimi 45 anni l’ha incontrato solo un paio di volte, racconta a Luigi Pelazza: “Era una persona brillante, uno che arrivava con le Bmw negli anni ‘60, quando avevamo tutti la 500”. Le cose però non vanno come sperato e oggi Ciro si trova in estrema difficoltà. Lo troviamo che vaga per le strade di Guadalupe mentre rovista nei cassonetti della spazzatura. E decidiamo di avvicinarlo. Con noi dice di chiamarsi Franco, che ha addirittura 47 anni e che lavora per un’azienda statale, arrotondando poi con un ulteriore lavoretto part-time. La realtà è molto diversa: Ciro da almeno 10 anni vivrebbe per strada e non può più ritornare in Italia perché ha smarrito tutti i documenti. E insieme a questi ha perso anche la tessera bancomat: l’uomo infatti ha un conto in banca ma non può prelevare i 30mila euro di pensione che negli anni si è accumulata, proprio perché privo di documenti di ogni tipo. Ciro è diventato un “fantasma”.
Nessuno tra i suoi parenti in Italia sembrerebbe intenzionato a prendersene carico, ma l’emergenza ora è quello di aiutarlo a ritornare a casa. Carlo, un suo amico di Guadalupe, ci racconta: “Prima faceva il commerciante ambulante. Vendeva di tutto, posate per le case...guadagnava bene, faceva una bella vita. Poi le cose non sono andate bene e allora ha toccato il fondo e non si è rimesso tanto bene”. Decidiamo innanzitutto di contrattare il ministero degli Esteri, che assicura: “Non c'è problema, siamo qui anche per questo, ce ne occupiamo noi: faremo avere nuovi documenti e la prenotazione dell'aereo direttamente al console onorario in Guadalupe”.
Convinciamo Ciro a tornare in Italia e lo portiamo in un albergo, ma quando ritorniamo al mattino la sua stanza è vuota, il letto intatto. Ci mettiamo in macchina, convinti che non possa essere andato lontano, finché all'alba riconosciamo una sagoma familiare. È Ciro, probabilmente uscito dalla stanza senza rendersi conto, forse per quei suoi problemi di demenza senile che lo affliggono. E finalmente, dopo un giro per dei vestiti nuovi, dal barbiere e dall’estetista, Ciro è pronto il viaggio di ritorno. Non c’è tempo da perdere: Ciro va riportato ad una vita normale e dignitosa.