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Fico e la colf irregolare: il giudice dà ragione a Le Iene

Vi abbiamo raccontato della colf che lavorava senza alcun contratto nella casa dove il presidente della Camera Roberto Fico viveva con la sua compagna, quando stava a Napoli. Lui ci aveva detto che era falso, che era solo un’amica che aiutava la compagna Yvonne. E ci aveva querelato. Ma ora il giudice dà ragione a noi. Una vicenda di cui torneremo a raccontarvi prossimamente

 

Non era solo rapporto di amicizia quello tra  la compagna del Presidente della Camera Roberto Fico e Imma. La donna, come avevamo sostenuto nel servizio di Marco Occhipinti e Antonino Monteleone, che potete rivedere qui sopra, svolgeva il lavoro di colf nella casa dove viveva quando tornava a Napoli. Lavoro andato avanti per anni, ma senza un contratto regolare. Dunque Le Iene non lo hanno diffamato e adesso a confermarlo è il  giudice per le indagini preliminari che ha archiviato il procedimento, ma ancor prima a  sostenerlo è stato anche il magistrato della procura di Napoli al quale Fico si era rivolto per querelarci. 

Nel servizio di Antonino Monteleone vi abbiamo raccontato di una colf pagata in nero, senza contratti e senza contributi. A svelarlo è stata una persona che abbiamo intervistato, e che frequentava la stessa via dove vive a Napoli Roberto Fico. Una persona che spiega che Imma lavorava in quella casa tutti i giorni feriali e da anni: “Imma, una persona che conosco bene: fa la baby sitter e le pulizie, le viene promesso un contratto a tempo indeterminato che non le è stato mai fatto”. Non solo, ci sarebbe stato anche un altro giovane in nero: “Roman, un ragazzo ucraino senza permesso di soggiorno”,  che faceva lavoretti somatici e che poi sarebbe stato mandato via per evitare scandali subito dopo l’elezione a Presidente della Camera, che prevedeva la presenza della scorta e della polizia sotto la casa in cui Fico viveva quando tornava a Napoli..

Con una scusa avevamo avvicinato proprio Imma che aveva confermato che lavorava come colf  proprio nella casa dove viveva Fico quando stava a Napoli, “da mezzogiorno alle tre e dalle sei alle sette e mezzo, dal lunedì al venerdì, per 5 giorni a settimana e da più di cinque anni, per 500 euro al mese”. Imma però aggiungeva anche che le pagavano  i contributi “perché loro a queste cose ci tengono”. Una circostanza che il presidente della Camera, avvicinato all’epoca  da Monteleone, ha però negato: “Quali contributi… se ci fosse un rapporto di lavoro allora ok…”. Questo lo scambio iniziale tra la Iena e il Presidente: “ha mai avuto collaboratori a qualunque titolo che fossero in una situazione di contratto “borderline”? nella casa in cui lei vive quando è a Napoli?

“Sì, nella casa dove vivo quando a Napoli, della mia compagna”. “com'è la situazione?”, chiede la Iena.

Lì la situazione è tranquilla”. “Non ci sono collaboratori domestici?”. “Collaboratori domestici no, non ce ne sono, collaboratori domestici”. “Mai stati?” “No”. “Con contratto, senza contratto?” “No”, ha proseguito Fico, che al massimo parla di “una carissima amica della mia compagna Yvonne”. “Si aiutano a vicenda”. Ma anche un giudice, oltre ai nostri testimoni, come vi abbiamo anticipato, la pensa diversamente. E prossimamente a Le Iene vi racconteremo come sono andate le cose.

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