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Scomparsa di Cervia, Conte: commissione d'inchiesta su questo mistero d'Italia | VIDEO

La lettera del premier e l’ipotesi di una commissione parlamentare d’inchiesta riaprono le speranze della moglie dopo 29 anni di silenzi, umiliazioni, depistaggi e minacce. Marisa, come vi abbiamo raccontato con Luigi Pelazza, chiede giustizia e verità sulla scomparsa, proprio alla vigilia di un conflitto, del marito, uno dei più importanti esperti europei di guerra informatica

Si apre uno spiraglio dopo 29 anni di buio sul caso di Davide Cervia, ex sottufficiale di 31 anni della Marina ed esperto in guerra elettronica scomparso da Velletri (Roma) il 12 settembre del 1990 alla vigilia della Guerra del Golfo, di cui noi de Le Iene vi abbiamo parlato con il servizio di Luigi Pelazza che vedete qui sopra. Ad aprirlo è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha risposto a una lettera della moglie Marisa: “Nel ribadirLe il saldo sentimento di vicinanza che lega la Presidenza del Consiglio alla sua famiglia, Le esprimo i sensi della più alta considerazione per l’impegno da Lei profuso nella ricerca delle cause della scomparsa di Suo marito”.

“Il Presidente del Consiglio mi incarica di comunicarLe”, le ha scritto l’ammiraglio Carlo Massagli, consigliere militare di Conte, “che il ministro della Difesa ha recentemente sottoposto alle valutazioni della IV commissione Difesa della Camera la possibilità di promuovere l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta che possa finalmente contribuire a fare luce sulle circostanze ancora oscure che riguardano la vicenda del Suo consorte”. In pratica potrebbe aprirsi quindi una commissione parlamentare d’inchiesta su questo vero e proprio mistero d’Italia, come è successo per il caso Moro, la loggia P2, le infiltrazioni di mafia e la morte di Ilaria Alpi.

La scomparsa di Cervia era stata liquidata al tempo come “allontanamento volontario": in pratica l’uomo sarebbe scappato con un’amante. Per i familiari Davide era stato rapito proprio per le sue importanti conoscenze tecnologico-militari: era il mago dei missili Teseo-Otomat, in grado di colpire a 180 chilometri di distanza. Una tecnologia molto ambita, della quale lui era tra i più esperti in tutta Europa.

Con Luigi Pelazza vi abbiamo fatto ascoltare la conversazione che la moglie ha avuto con un vicino di casa. Un messaggio importante, perché l’uomo racconta a Marisa, di aver visto una macchina portare via suo marito la sera della scomparsa. Negli anni la vicenda, se possibile, si tinge ancora di più di giallo. La donna inizia a ricevere telefonate e lettere anonime, nelle quali le viene detto di non occuparsi di questa scomparsa e viene minacciata assieme alla famiglia in modo neanche tanto velato. Altri, nell’ombra, fanno sapere a Marisa che Davide sarebbe prigioniero: c’è chi parla della Libia, chi dell’Arabia Saudita. E c’è infine chi lo dà per morto, ucciso da un bombardamento a Baghdad, in Iraq.

L’unica certezza per ora, a 29 anni di distanza, è la sentenza di condanna del ministero della Difesa italiano nel gennaio 2018 per “omissioni, negligenze, depistaggi” e l’obbligo di risarcire la famiglia con la cifra simbolica (chiesta dalla stessa famiglia) di un euro. E la clamorosa ammissione dell’attuale ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, che sul caso ci sono stati “errori di Stato”. Trenta per questo ha deciso di non impugnare la condanna del suo dicastero, mentre chi l’ha preceduta, Roberta Pinotti, si è rifiutata di parlare con la Iena.

Le parole di Conte hanno riacceso le speranze di Marisa e dei due figli, Erika e Daniele, dopo 29 anni di impegno continuo nella ricerca del marito e della verità e di troppi silenzi, umiliazioni, depistaggi e minacce.

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