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Don Euro a processo, l'escort parla dei festini gay: “Con lui sesso e droga” | VIDEO

Sentito in Tribunale il giovane che si dichiara essere stato l’escort di Don Luca Morini, noto come “don Euro” per uno stile di vita che sarebbe stato fatto anche di festini gay, cocaina e alberghi di lusso. Francesco Mangiacapra ha parlato prima a Le Iene raccontando la doppia vita che avrebbe avuto il prete

Era pazzo di sesso e droga, per lui erano un’ossessione”. Lo dice Francesco Mangiacapra, parlando di don Luca Morini, noto come “don Euro” per la sua vita che sarebbe stata fatta anche di hotel di lusso, cocaina e festini gay. L’escort è stato ascoltato nel processo a carico del sacerdote che si sta tenendo a Massa. Noi de Le Iene abbiamo intervistato per primi l’escort che si faceva chiamare “Angelo”, nel servizio di Nina Palmieri sul sacerdote che vi riproponiamo qui sopra.

Nei mesi scorsi è iniziato il processo a carico del prete che prevede oltre 100 testimoni. Tra questi c’è ora Mangiacapra. L’escort si è presentato in tribunale avvolto da un lenzuolo bianco per denunciare l’omertà che secondo lui avrebbe avvolto la vicenda: “Il primo incontro è avvenuto in un locale per scambisti di Napoli, lui era accompagnato da un ragazzo, mi videro e mi chiesero un rapporto di gruppo”. Don Luca Morini, soprannominato Don Euro proprio per la facilità con cui, stando all’accusa, avrebbe dilapidato i soldi raccolti dalle elemosine, deve rispondere di estorsione, autoriciclaggio, sostituzione di persona e detenzione e cessione di stupefacenti.

Nei festini negli hotel di lusso non sarebbe mai mancata infatti la “dama bianca”. Tra una sniffata e l’altra di cocaina, sarebbero stati promessi all’escort posti di lavoro con persone facoltose. “Mi disse che era un giudice, che conosceva Berlusconi, Renzi e la famiglia Agnelli. Mi garantì che se avessi iniziato una relazione con lui, mi avrebbe fatto fare carriera, diventare ricco, inserire nel jet-set. E gli ho creduto”, ha detto Mangiacapra durante la sua deposizione.

Don Euro, secondo il racconto dell’escort, si presentava con l’autista, anche per pochi metri, ed era lui che strisciava le carte di credito, all’uscita dai ristoranti o dagli hotel. Tutto questo pagato con i soldi dei fedeli, anche quelli dati per avere in cambio rapporti sessuali: “Voleva fare sempre sesso telefonico e così, in qualsiasi posto fossi, e a qualsiasi ora, dovevo appartarmi e soddisfarlo”.

Questi dettagli scabrosi, l’escort li aveva già raccontati a Le Iene nel servizio del 7 febbraio 2016. “Ci veniva a prendere in Mercedes”, dice l’escort Mangiacapra alla nostra Nina Palmieri. “Siamo stati in un ristorante di lusso di Napoli”. I suoi escort li avrebbe “omaggiati” con messaggi molto hot: “Penso al tuo seme caldo, dimmi cosa mi fai? A me piace il bacio sul pisello”. Tutta questa disponibilità insospettisce l’escort che cerca su Internet il numero fisso da cui riceveva le chiamate: “Apparteneva a una parrocchia. E scopro che il giudice era in realtà il parroco di quella chiesa”.

Così Nina si mette sulle tracce del finto giudice e vero prete. Lo trova in una stanza di un lussuoso albergo. “Io non ho fatto nulla di male”, dice subito.

Dalla nostra inchiesta emerge che il prete avrebbe chiesto qualsiasi forma di elemosina ai suoi fedeli. “Con alcuni anziani aveva raggiunto quasi la blasfemia”, sostiene un sacerdote. “Raccontava loro di aver visto nell’ostia Padre Pio che gli aveva fatto il loro nome. E così si faceva dare 1.000, 2.000, 5.000 euro di offerta in base a chi aveva di fronte”.

Dopo la messa in onda del servizio un sacerdote ha scritto alla nostra Nina. “Ti comunico con dolore che sono circa 20 anni che si comporta così, rubando e circuendo anziani e bisognosi, protetto sembra da potenti”, si legge nella lettera anonima. “Ora si trova a scrocco e spesato dal Vescovo in un appartamento comprato appositamente per questo losco personaggio”.

Contro di lui si sono costituiti parte civile 4 giovani escort, che avrebbero avuto a che fare con lui.

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