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Doping e body building: terza morte sospetta

L’ultima morte sospetta, la terza in tre mesi, è quella di un culturista lombardo di 23 anni, trovato senza vita dopo una competizione. A Iene.it parla Gabriello Castellacci, tecnico e maestro del Coni che dal suo sito fa nomi e cognomi degli atleti che si doperebbero. 

Daniele Pozzi aveva solo 23 anni. Era reduce da una gara di body building a Padova, dove aveva vinto ben 4 medaglie. Lo hanno trovato nella sua stanza d’albergo all’alba, senza vita. Su Daniele, un fisico da culturista davvero imponente, si potrebbe adesso allungare l’ombra del doping.

La morte misteriosa di Daniele è solo l’ultimo caso di decesso di atleti impegnati nella disciplina del body building, che punta a costruire il fisico e la massa muscolare attraverso allenamento con pesi e alimentazione specifica. Decessi che potrebbero essere conseguenza diretta o concausa, legati all’uso di sostanze anabolizzanti, proibite dalla legge e altamente dannose. Perché possono portare anche alla morte.

“Nel culturismo il doping è davvero molto diffuso, quelli che vengono scoperti sono solo una piccolissima percentuale. È un cancro che tocca tutto lo sport, non solo il body building. Si pensi a quegli atleti kenioti che vincono regolarmente tutte le gare e vengono da un paese in cui il mercato degli anabolizzanti è fuori controllo… ”. A parlare è il maestro dello sport del Coni e tecnico Gabriello Castellacci, che da anni conduce una sua personale “crociata” contro il doping.

Una crociata che utilizza una pagina Facebook (ACSI cultura fisica) e un sito internet (http://www.acsiculturafisica.it) dal quale Castellacci pubblica regolarmente le notizie legate al mondo del doping nel culturismo in particolare e nello sport più in generale. E Castellacci non fa sconti proprio a nessuno, pubblicando nomi e cognomi.

“La mia è una guerra psicologica al fenomeno del doping, perché si diffonda una cultura vera sui danni enormi che queste sostanze possono provocare. Mi è successo di ricevere chiamate di body builder citati nella mia pagina Facebook e sul mio sito, che mi invitavano a togliere il loro nome. Ma io continuo a pubblicare”.

Gabriello, quando si parla di doping, non ha dubbi: “Senza doparsi non si può arrivare a certi livelli di compressione fisica, non si toccano certi traguardi. Bisognerebbe punire quelle federazioni che promuovono concorsi in cui quelle compressioni fisiche sono non solo tollerate ma premiate, anche con vincite in denaro. La responsabilità non è solo delle case farmaceutiche, che producono e vendono senza il minimo interesse per dove quelle sostanze finiscano, ma è anche di quelle associazioni, una delle quali è in Italia, che fanno militare gli atleti che hanno quei livelli impressionanti di compressione fisica”.

Da grande osservatore e studioso di questa piaga, Castellacci ci racconta quella che può essere considerata una nuova frontiera: “Adesso in molti usano una droga comune come la cocaina, che ha effetti ergogeni eccezionali, e cioè è in grado di aumentare notevolmente la forza prensile, la capacità di serrare un oggetto, fino al 5 o 10% in più. Ma sono anche altre le droghe comuni che aiutano i body builder”.

 E se c’è domanda, ovviamente, l’offerta si organizza. “Tanti spacciatori di sostanze anabolizzanti, tra cui ad esempio il nandrolone, si sono buttati in questo mercato parallelo molto redditizio e offrono cocaina o altro”.

E sul mercato degli anabolizzanti, Castellacci racconta: “Da questo punto di vista in Italia non esistono aree senza copertura. È un mercato che ha venditori ovunque, nelle palestre innanzitutto. Ci sono palestre di gruppi multinazionali, anche in Italia, in cui lavorano a progetto dei preparatori esterni. Basta vedere gli esercizi che questi preparatori fanno eseguire ai culturisti, allenamenti impensabili senza l’uso di sostanze vietate. Ma questi preparatori, talora già radiati dalle federazioni, ricevono anche in casa, dove hanno veri e propri laboratori. A questa rete capillare poi si aggiungono i numerosi manuali sul web, anche in lingua italiana, che insegnano come doparsi”.

Dall’altro lato rispetto a chi di nascosto si “bomba” di anabolizzanti, c’è chi propugna pubblicamente un body building sano, il cosiddetto “natural body builder”. Anche qui però, ci spiega Castellacci, c’è un piccolo cono d’ombra: “Esistono i 'finti natural', gente che assume diuretici per asciugarsi, per produrre quegli effetti scenici che si vedono. I finti natural è ancora più difficile scovarli, lo si può fare solo con esami specifici di controllo, delle urine o del sangue. Non è un fenomeno diffuso, per fortuna, ma esiste”.

E infine l’allarme sui minori: “il doping è un fenomeno immenso, che sempre di più sta toccando anche i giovanissimi, parliamo di ragazzini di 16-17 anni”.

Il mercato nero di prodotti dopanti e stupefacenti si sta allargando a macchia d'olio, perché sempre più diffusa è diventata la moda di voler essere enormi fino a scoppiare. L’ultima operazione dei Nas antidoping, in codice “Operazione Viribus”, ha visto finire in manette ben 233 persone che operavano per 17 organizzazioni criminali in 33 diverse nazioni.

Alessandro Politi a Le Iene aveva reso note le conseguenze irreversibili provocate dall’uso degli steroidi anabolizzanti, definiti da chi è nel giro “le bombe” (nel servizio che potete rivedere sopra).

Tra alcuni dei danni fisici che possono scaturire ci sono ad esempio l’atrofizzazione dei testicoli, la dermatite post acne, ustioni epiteliali, la ginecomastia ovvero la crescita anomala del seno nell’uomo, fino ad arrivare a tumori di vario tipo e perfino alla morte.

“Si diventa più imponenti sì, ma anche più impotenti” ha dichiarato il Primario Oreste Risi a Politi.

“È l’ignoranza che ti fa prendere le bombe”, ci ha detto Fabio Basile, oro olimpico nel judo. Molti fanatici dello sport, infatti, per la pura ossessione estetica sono incuranti del fatto che gli steroidi, essendo ormoni della crescita, fanno crescere anche gli organi interni fino a farli collassare. Tra le sostanze più richieste da questi accaniti del culturismo troviamo il Wrinstol, GH, il Testosterone puro, il Trenbolone e l’insulina.

Il procurarsi questi farmaci è diventato, oltretutto, un processo estremamente semplice. La Iena Politi ci ha mostrato, con l’aiuto di un infiltrato, come all’interno di molte palestre ci sia uno spaccio incontrollato delle sostanze. La vendita illecita avviene anche all’interno di molte farmacie, in studi medici e ancor più piede ha preso la vendita online su siti pirati, con tanto di tutorial per spiegare come iniettare al meglio le sostanze. Il giro di affari del doping è davvero consistente: solo in Italia intorno a questo business ruotano circa 245 milioni di euro.

A Iene.it Davide Garagiola, club manager del centro McFIT di via Fulvio Testi a Milano, ci spiega infine quelli che sono i segnali più chiari del fatto che un atleta (nello specifico chi frequenta una palestra) potrebbe avere iniziato a far uso di sostanze dopanti:

 

1. Un rapido incremento di massa e forza, sproporzionato rispetto al tempo in questo incremento avviene

2. Una pelle asciutta, tirata e molto sottile, con vene ben visibili, soprattutto nella zona del pube, delle braccia e del collo

3. L’aumento del tono della mammella maschile e della mascella, sia nell’uomo che nella donna

4. Gonfiore innaturale nel viso, una faccia tonda e piena

5. Forte aggressività e atteggiamento molto cupo, sguardo molto cattivo e triste al tempo stesso

6. Rigonfiamento della pancia a seguito di ingrandimento degli organi interni, spesso dovuto all’assunzione di GH

7. Forte sudorazione e odore acre che emana la pelle e il sudore dell’atleta

8. Acne che si forma sulle spalle, sul trapezio e sulla schiena, come conseguenza dell’alterazione del ciclo ormonale per l’assunzione dei dopanti

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