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Earth Hour, il mondo spegne la luce: è l'ora di futuro e cibi sostenibili

Dalle 20.30 si spengono le luci. È l’Ora della Terra, per lanciare l’allarme: dobbiamo fermare tutti insieme il cambiamento climatico, anche a partire dall’alimentazione. Nadia Toffa spiega cosa possiamo fare, con gesti semplicissimi

Earth Hour: è arrivata oggi l’Ora della Terra del Wwf per vincere il cambiamento climatico. Dalle 20.30 per un’ora le luci di case, uffici e monumenti si spegneranno, con un gesto simbolico per una mobilitazione globale che unisce cittadini, istituzioni e imprese nella volontà di dare al mondo un futuro sostenibile.

Non possiamo più rimandare. Il primo campanello di allarme è l’innalzamento della temperatura terrestre. Basti pensare al caldo record dell’Alaska registrato in questi giorni: le temperature superano di 20 gradi la media. L’Alaska Center for Climate Assessment riferisce che nella città di Barrow, la temperatura è cresciuta fino a meno -1° mentre normalmente in questa stagione è -20°. "E' come se a marzo fosse già maggio", dice il climatologo Rick Thoman.

Una causa dell’innalzamento della temperatura sono i nostri stili di vita, uno su tutti: l’alimentazione. Sono necessari infatti 19 mesi per rigenerare le risorse che l’umanità consuma ogni anno. L’Italia appartiene alla porzione di mondo che consuma più di quanto è nelle sue disponibilità. Secondo i numeri diffusi dal Wwf, per soddisfare il nostro fabbisogno servirebbero almeno 4,3 Italie.

Dei cambiamenti climatici e della necessità di rivedere la nostra alimentazione ci ha parlato la nostra Nadia Toffa. Per stare attenti all’ambiente dobbiamo pensare anche ai cibi che mangiamo. Soprattutto al loro trasporto, agli imballaggi e alla refrigerazione. “Si va dalla mela di stagione prodotta in Italia che ha un impatto bassissimo”, spiega Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate. “Fino ai 21 chili di anidride carbonica prodotta con le ciliegie importate dal Cile perché l’aereo è super inquinante”. Si salvano invece le banane perché vengono importate dal Sudamerica con navi, meno inquinanti. “La frutta in serra ha un impatto ambientale 8 volte più alto”. Per ogni chilo di pesche di stagione si emettono 500 grammi di anidride carbonica che diventa 6 volte tanto nel caso della stessa frutta ma prodotta in serra.

Anche bere acqua ha un impatto diverso dalla fonte da cui la prendiamo. Può variare dai 200 grammi di anidride carbonica se presa da una bottiglia da un litro e mezzo mentre solo 2 grammi se presa dal rubinetto. “Siamo il Paese che beve più acqua in bottiglia del mondo”, dice Molteni. La carne rossa è quella più impattante su tutti con oltre 26 chili di anidride carbonica rilasciata per ritrovarcela sui piatti tanta quanta quella emessa nel tragitto in auto tra Milano e Venezia. Per il formaggio si inquina quanto 80 chilometri fatti in macchina, segue il pesce (40 chilometri). L’alimento che inquina di meno? I legumi.

Guarda qui sotto i servizi di Nadia Toffa sul cambiamento climatico 

 

 

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