Si appropria dell'eredità milionaria del cliente: richiesta condanna per l'avvocato | VIDEO
Nell’udienza di fronte alla Corte d’Appello di Firenze è stata chiesta la condanna a 6 anni e 6 mesi per l'avvocato Stefano Bertini, che avrebbe fatto sparire l’eredità del suo assistito, Hetti Kumara, mentre era detenuto in carcere per duplice omicidio. Vi abbiamo raccontato l’incredibile storia di Kumara, da ricco assassino a povera vittima, con Pablo Trincia
È stata chiesta la condanna a 6 anni e 6 mesi per l'avvocato Stefano Bertini, che secondo la Procura di Firenze avrebbe fatto sparire l’eredità del suo assistito, Hetti Kumara mentre era detenuto in carcere. Vi abbiamo raccontato la storia di Kumara in un servizio di Pablo Trincia del dicembre 2017.
Kumara è un cittadino dello Sri Lanka che nel 2009 a Firenze ha ammazzato due suoi connazionali con un coltello. “Mi dispiace tanto, però loro continuavano ad ammazzare la mia anima, io mi vergognavo e quindi li ho ammazzati”, ci racconta. Kumara soffre di schizofrenia e forte paranoia e attualmente sta scontando la sua pena nella Residenza Esecuzione Misure Sicurezza Detentiva di Volterra. Kumara aveva più di 2 milioni di euro in banca e ora non ha più niente: da carnefice si è trasformato in vittima.
L'uomo arriva in Italia da clandestino e dopo lavori saltuari ha conosciuto un ricco gioielliere toscano, che Kumara chiama “il nonno”. “Il nonno mi disse: ‘Kumara, mia famiglia mi ha abbandonato, questa è casa mia, tutti i soldi sono miei e io li lascio a te, tu prenditi cura di me fino alla mia morte’”. Kumara scopre così di poter cambiare completamente il corso della sua vita e si trasforma da badante a unico erede della fortuna del nonno per un totale di oltre 2 milioni di euro.
Ma quando nonno Renato muore, l'instabilità mentale di Kuamra si aggrava. “Ho iniziato a sentire le voci dei miei compaesani in casa. Mi dicevano ‘vai via tu sei gay””. Le voci accendono in Kumara la schizofrenia, una patologia di cui soffre da sempre, ma che fino a quel momento era riuscito a controllare.
Il 4 aprile 2010 le voci lo assillano: “Prima di uscire di casa ho pensato: ‘oggi prendo il coltello, chi ammazza la mia anima, oggi lo ammazzo”, ci racconta. Con il coltello nascosto nella giacca Kumara va fuori da un ristorante di Firenze. “Sono arrivati tre compaesani e hanno iniziato con i soliti scherzi, a dirmi ‘tu sei gay, vai via dall’Italia’. Ero nervoso, ho preso l’arma e ho accoltellato due volte uno di loro che è caduto. Poi ne è arrivato un altro e l’ho accoltellato. Tutti e due sono caduti a terra morti”.
Kumara finisce in carcere ed è qui che entra in gioco l’avvocato Stefano Bertini, un professionista che lo ha assistito al processo ottenendo per lui l’infermità mentale e una condanna a 10 anni di carcere. L’avvocato si trova quindi con un grande patrimonio da amministrare: più di due milioni di euro.
“Io ho detto all’avvocato Bertini che doveva mandare ogni mese 2mila euro alla mia famiglia”, ci spiega Kumara. Bertini inoltre avrebbe dovuto pagare le bollette e le spese dell’appartamento che Kumara aveva ereditato dal Nonno.
Ma l’avvocato non avrebbe seguito le sue richieste. “Solo un milione è arrivato alla mia famiglia, gli altri soldi sono spariti”. Si tratta di 1milione e 200mila euro divisi in due conti bancari che Bertini sarebbe riuscito a trasferire sui suoi conti, come ci ha spiegato il nuovo avvocato di Kumara, Paolo Florio. “Si era fatto dare i mezzi di pagamento, cioè bancomat e assegni e aveva prelevato quello che poteva prendere e ha versato assegni sul proprio conto corrente”. Così a Kumara non è rimasto assolutamente niente.
Adesso, nell'udienza davanti alla Corte d'Appello di Firenze, la pm Christine Von Borriese e il sostituto procuratore generale Luigi Bocciolini hanno chiesto la condanna a 6 anni e 6 mesi per Stefano Bertini. L’accusa è di furto aggravato. In primo grado Bertini era stato condannato a 8 mesi e a pagare una provvisionale di 345 mila euro a Kumara. La sentenza per Bertini è prevista per il 20 gennaio 2020.