Fico e la colf in nero, il presidente perde contro Le Iene: abbiamo detto il vero | VIDEO
Il presidente della Camera Roberto Fico perde contro Le Iene accusate di diffamazione. Aveva risposto con una querela ai servizi di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti sulla presenza di una colf in nero nell’abitazione dove vive a Napoli la compagna dell’esponente del Movimento 5 Stelle. Anche il giudice per le indagini preliminari ha riconosciuto che abbiamo detto solo cose vere
Il giudice dà ragione a Le Iene e archivia la querela per diffamazione del presidente della Camera Roberto Fico. Si conclude così la vicenda della colf in nero che ha prestato servizio nella casa di Napoli della campagna del rappresentante del Movimento 5 Stelle e in cui anche lui vive i giorni della settimana in cui torna a Napoli. Antonino Monteleone e Marco Occhipinti hanno ricostruito che tipo di lavoro è quello svolto dalla colf baby sitter in quella casa. A distanza di un anno e mezzo, dopo il parere del giudice, vi raccontiamo com’è finita.
Il 29 aprile 2018 abbiamo chiesto al presidente della Camera se avesse mai avuto collaboratori con situazione contrattuale borderline nella casa in cui lui vive quando è a Napoli (clicca qui per il primo servizio), Fico ci aveva risposto: “Sì, nella casa dove vivo quando a Napoli, della mia compagna, lì la situazione è tranquilla". Non ci sono collaboratori domestici? "Collaboratori domestici no, non ce ne sono, collaboratori domestici". Mai stati? "No". Con contratto, senza contratto? "No".
Ora lo possiamo dire con certezza senza essere smentiti: il Presidente su questa questione ha detto il falso. Qualche giorno più tardi ci ha querelati. Così mentre noi abbiamo proseguito la nostra inchiesta con il secondo servizio (clicca qui per vederlo), anche la Procura di Napoli ha avviato le indagini per appurare che la sua accusa fosse fondata. A ottobre viene sentita la compagna di Fico: “Imma ha lavorato come baby sitter e come collaboratrice domestica”, ha detto la donna come emerge dalle carte. Agli inquirenti ha anche precisato che la domestica “era stata regolarmente retribuita per le mansioni svolte e che la mancata regolarizzazione del rapporto di lavoro”, tra le altre cose, “...dalla natura amicale dei rapporti intercorrenti tra loro...”. Quindi la stessa compagna di Fico ammette che i rapporti con la colf che lavorava in quella casa fossero senza un contratto regolare.
Il presidente ci ha querelato perché lo avremmo definito come “datore di lavoro della signora Imma”. Ma il pubblico ministero incaricato di indagare Le Iene, ha messo nero su bianco che le espressioni utilizzate non possono essere interpretate” in tal senso, “ma solo che in quell’abitazione, dove vive (Fico) quando è a Napoli, lavorasse una colf in nero”. Noi lo abbiamo detto e anche il gip lo riconosce “la colf-babysitter non è stata assunta da Roberto Fico”, piuttosto abbiamo ricostruito come “lei lavorasse in nero in quell’abitazione dove vive quando Fico viene a Napoli”.
Il magistrato ha poi sentito sentito anche la nostra fonte, che il giudice delle indagini preliminari ha riconosciuto come “legata da rapporto parentale con Imma... circostanza che lascia dedurre una diretta conoscenza dei fatti denunciati”. Tutto questo ha permesso di riportare una notizia “senza carattere diffamatorio e denigratorio”, come conclude nell’ordinanza, e quindi la denuncia di Fico è stata archiviata in quanto “la fonte della notizia è risultata qualificata e la ricostruzione della vicenda è apparsa veritiera, in quanto è certamente consentito al giornalista operare accostamenti tra notizie vere...”.
Allora perché il presidente della Camera dopo i nostri servizi ha deciso di querelarci? Antonino Monteleone è tornato da lui e citando Beppe Grillo gli ha chiesto se è ancora d’accordo con un intervento del leader dei 5 stelle: “Di solito si querela la verità, non la menzogna. Chi querela sono i politici e i rappresentanti delle cosiddette istituzioni, quando non hanno altre argomentazioni per finire sui giornali di regime e fare la figura dell’innocente”.
Fico però non è completamente d’accordo: “Quando qualcuno pensa di essere stato diffamato, querela. I magistrati hanno scritto che io non ho alcuna colf a nero nella casa dove abito, dove ho la residenza...”. Ma qui il Presidente cerca di cambiare le carte in tavola: nessuno ha mai sostenuto che la domestica fosse nell’appartamento in cui lui ha la residenza. Come fa a confondere le due cose?