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Fontana di Trevi "recintata": addio ai ladri di monetine? |VIDEO

Sono state introdotte delle misure di sicurezza intorno alla fontana. Filippo Roma aveva beccato i ladri di monetine con le mani nel sacco. Che le nuove regole segnino la fine del furto a cielo aperto?

Attorno alla Fontana di Trevi sono comparsi dei nastri gialli e rossi stesi dalla polizia urbana per proteggere il monumento. L’obiettivo? Impedire l’accesso alle sedute più vicine alla fontana ai numerosi turisti che ogni giorno assediano il celebre monumento.

Situazione ben diversa aveva invece riscontrato nella capitale, attorno al capolavoro di Nicola Salvi, Filippo Roma. La Iena aveva documentato le imprese di D’Artagnan, il capo di una banda che ogni lunedì mattina raccoglieva le monete che, come vuole la tradizione, i tantissimi turisti lanciano all’interno della fontana. Queste monete, proprio ogni lunedì mattina, venivano prelevate dal comune e mandate in beneficenza alla Caritas.

In seguito alla bufera sollevata dal nostro servizio, era stata emessa un'ordinanza che dichiarava che le monete, una volta toccato il suolo, diventavano di proprietà del comune di Roma. Così la sottrazione è diventata un reato. A due anni di distanza dall’ordinanza del sindaco, Filippo Roma era tornato a controllare se tutte le monete effettivamente finissero alla Caritas. E così aveva incontrato Carlo, erede di D’Artagnan, uno dei tanti che non riusciva ad arrivare a fine mese. “Io devo campare con 429 euro al mese di pensione! Mi devo pagare la casa sennò sto sotto i ponti!”, aveva detto alla Iena per difendersi. Il nuovo ladro di monete aveva una tecnica consolidata: utilizzando una canna artigianale con all’estremità una calamita, pescava le monete dal fondo della fontana “Per oggi ho pescato 13 euro. In una giornata riesco a pescare una ventina di euro massimo!”

E la domanda che ci era sorta spontanea era: non c’è nessuno che controlli la fontana e faccia rispettare il divieto di pesca delle monete come prevede l’ordinanza? Sebbene siano state applicate delle targhe nel perimetro della fontana con scritto “E’ vietato raccogliere le monete gettate nella fontana”, Carlo tranquillamente continuava a raccoglierle. “Pesco alla fontana di Trevi da ormai 9 anni”, ci aveva detto.

Filippo Roma gli aveva spiegato che sottraendo le monete dalla fontana stava commettendo un reato. Carlo aveva ribattuto: “Che me frega a me dell’ordinanza! Che devo fare? Vado a chiedere l’elemosina, io?” E aveva concluso con un appello all’allora sindaco Gianni Alemanno: “Se me li dà 20 euro al giorno, io alla Fontana di Trevi non ci vado più!”

La situazione alla Fontana di Trevi oggi è ben diversa: i turisti infatti si dovranno abituare al nuovo regolamento della polizia urbana che “vieta di sedersi, sdraiarsi o arrampicarsi su ogni parte della fontana, comprese scale e scalinate”. Il lancio della monetina ora risulterebbe più complicato: i vigili urbani sono costretti a raccogliere i centesimi fuori bersaglio.

Questa decisione ha scatenato un vero e proprio dibattito che vede schierarsi due linee di pensiero opposte: chi è favore della protezione della fontana e chi invece considera l’affissione dei nastri una misura surreale. Fine ben diversa rispetto a Carlo ha fatto, qualche giorno fa, un turista olandese: per lui una multa di 550 euro e l’allontanamento dalla capitale per essersi tuffato nella fontana del Moro alla ricerca di un bottino da portare a casa.

Sarà la fine dei ladri delle monetine?

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