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Genocidio Rohingya, la Nobel per pace San Suu Kyi: “Nessun massacro” | VIDEO

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Gaston Zama nel suo reportage ci ha raccontato il massacro della minoranza musulmana della Birmania attraverso le terribili testimonianze dei sopravvissuti. Ora il premio Nobel Aung San Suu Kyi, al tribunale dell’Aja, nega che si sia trattato di genocidio

La Corte penale internazionale dell'Aja la accusa di "genocidio" contro la minoranza musulmana dei Rohingya ma Aung San Suu Kyi si difende. “È profondamente sbagliato e controproducente parlare di genocidio contro in Rohingya in Birmania".

San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991, rimanda al mittente le gravissime accuse per il massacro avvenuto tra il 2016 e il 2017 in Birmania, di cui vi abbiamo parlato nel reportage di Gaston Zama, che potete rivedere qui sopra.

Ad accusare apertamente di genocidio la donna, che ha scontato 15 anni di carcere per colpa della giunta militare che ora difende, è lo stato africano del Gambia, a maggioranza musulmana, che sostiene che la Birmania avrebbe violato la Convenzione sul genocidio, approvata nel 1948.

Stando alle prove raccolte dall’Onu, oltre 10mila Rohingya sarebbero stati massacrati e 700mila sarebbero stati costretti a fuggire nel vicino Bangladesh.

Con il reportage di Gaston Zama vi abbiamo raccontato il massacro dei Rohingya, attraverso le voci di alcuni sopravvissuti.  
“Ci stavano bruciando le case e siamo scappati qui”, racconta nel servizio di Gaston Zama un bambino costretto a vivere nel campo profughi. “Sparavano, bruciavano tutto e ci picchiavano”, dice un altro. Li abbiamo incontrati facendoci accompagnare da Suor Cristina, vincitrice dell’edizione del 2014 del talent show tv The Voice of Italy, per “riparare” al fatto che Papa Francesco non aveva nominato i Rohingya durante la sua visita in Myanmar. Con lei abbiamo raccolto le testimonianze di chi è fuggito da un genocidio sistematico.  

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