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Cambiare sesso: Alessandra vuole diventare Alessandro | VIDEO

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“Ho comprato la befanina e i coniglietti”, vi sembra una frase detta da una bambina, vero? Parliamo della storia di Alessandra, che non ha mai voluto diventare una donna. Una serie di interventi la può aiutare a diventare quello che ha sempre voluto essere: un uomo. Cizco ci racconta la sua storia

La storia di Alessandra inizia qualche anno fa quando a 15 anni guarda il “Grande Fratello” e conosce la storia di Gabriele Dario Belli che cambia il suo sesso da femmina in maschio. Una luce nel buio per Alessandra che in quel periodo ha una crisi di identità e rimane segnata: “Gli anni più brutti erano quelli della prima superiore, che mi hanno portato una serie di prese in giro”.

Gli anni passano e le battute continuano ad aumentare: “È lesbica…”.  Sono però due cose differenti: “Un conto è il sesso a cui senti di appartenere, un conto è quello verso cui provi attrazione”. Le pressioni dell’ambiente circostante influenzano le scelte di Alessandra, che si comporta come facevano le altre ragazze. Si trova anche un ragazzo, ma la storia finisce subito.

A questo punto Alessandra trova il coraggio di parlare con sua mamma. Lei prova a convincerla che alla sua età è normale non sentirsi totalmente sicuri di se stessi, una cosa momentanea che poi passerà. Ma non succede.

Alessandra fa per tanti anni psicoterapia per capire se stessa, non cambia nulla. Decide di andare su Facebook e cercare informazioni, sostengo e chiarimenti. La ragazza prende contatti con alcuni spedali in provincia di Firenze che possano cambiarle la vita: “Salve, non mi conoscete ancora, però vorrei intraprendere il percorso di riassegnazione del sesso”. Seguono analisi, controlli e visite. Tutto per avere il più possibile di un ormone per cambiarle la vita: il testosterone.

Gel o iniezioni, una puntura ogni tre mesi: il necessario per cambiare sesso. Tutto, però, comporta a cambiamenti meno piacevoli: forti sbalzi di umore e comportamento compulsivo. I primi risultati arrivano in fretta: barba e cambio di voce. Finalmente sta arrivando “il se stesso” per Alessandra. Insieme al suo nuovo “io”, arriva anche la prima attestazione. Una perizia psichiatrica che certifica la “disforia di genere”, il non sentire di appartenere al proprio sesso. Solo con questo documento si può passare al passo successivo: “Non puoi essere visto come un maschio dallo Stato se hai ancora gli organi femminili”.

Quale potrebbe essere la soluzione? Alessandra si fa un profilo Instagram con le sue foto, più maschili possibile. Dietro quegli scatti però c’è ancora tanto dolore. Alessandra, che sta diventando Alessandro, fa fatica a parlare del suo caso. “Alla mia prima ragazza ho inventato cavolate e le ho nascosto di essere stato prima una femmina”. Con tanta paura di essere visto in maniera strana.

Arriva la maggiore età: Alessandra può finalmente sottoporsi agli interventi. Parte dalla zona più visibile: il seno. Il passo successivo è la rimozione dell’utero e delle ovaie. Un dolore per nulla scontato. Al nuovo Alessandro rimane però un problema: la vagina. Per avere rapporti con le donne, gli manca una cosa fondamentale: il pene. Ci vogliono da due a quattro interventi.

Cizco sfida Alessandro andare ad allenarsi in una palestra: tutto perfetto e assolutamente naturale. L’intesa con il coach c’è, ma come sarà l’incontro con la sua mamma? “Mi ero allontanata, non l’ho capito e non gli sono stato vicino”, confessa la madre alla Iena. Sembra che tutto giri intorno al dolore e alla paura. La madre entra in una crisi di identità e l’unico suo rifugio è la religione: “Questo mi ha tolto il dolore e mi ha fatto percepire il dolore di mio figlio. Ho scoperto che era più forte del mio…”.

Purtroppo, le cose che segnano la vita sono quelle che fanno venire più dubbi. Alessandro si trova all’ospedale, pronto a fare l’intervento, si sente però indeciso e spaesato: “Per anni sogni questo, arrivi qua e non sai se è la costa giusta o no”. Pensieri e sensazioni che ti portano ad uno stato di confusione. Il nostro Alessandro non se l’è sentita. Ha rinunciato perché non ha avuto il coraggio di farlo.

“A volte dobbiamo ascoltare le nostre debolezze, perché le nostre debolezze si dimostrano, in realtà, coraggio”, conclude Alessandro. Noi gli siamo comunque vicini.

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