Ilva: i bambini malati di cancro e il reparto di oncologia dedicato a Nadia | VIDEO
Gaetano Pecoraro è stato a conoscere i bambini del reparto di oncologia dell’ospedale di Taranto intitolato a Nadia Toffa. L’Ilva non è solo inquinamento ambientale, ma anche tra le cause di cancro infantile
Siamo andati a conoscere i bambini malati di tumore del reparto di oncologia dell’ospedale di Taranto intitolato a Nadia Toffa. Erano stati raccolti 500mila euro per la vendita di 70mila maglie. Le ricordate? Quelle nere con la scritta fucsia: “Ie jesche pacce pe te!!!”, “Io esco pazzo per te”.
“Qui c’è un aumento del 54% dei tumori infantili a causa dell’inquinamento ambientale”, dice Valerio Cecinati, primario del reparto di Oncologia pediatrica dell’ospedale di Taranto. Della possibile chiusura di quest’industria ne abbiamo sentito parlare a lungo con le trattative tra governo e ArcelorMittal per trovare una soluzione. Mentre gli occhi di tutti sono puntati su queste trattative che muovono milioni di euro, i danni tragici dell’inquinamento dell’Ilva non possono però passare in secondo piano.
Fino a un paio di anni fa, le famiglie con bambini malati dovevano curarsi lontano da casa. Come aveva dovuto fare Paola, una delle mamme incontrate dalla nostra Nadia. “Ogni volta dobbiamo fare un viaggio di 100 chilometri, 20 euro di benzina al giorno”, ci diceva due anni fa. Con lei c’era Gabriella, la bambina di appena 6 anni malata di tumore: “Ho avuto paura quando mi hanno dovuto tagliare tutti i capelli. Ho iniziato a perderli poco alla volta”. Lei oggi ha vinto la sua battaglia e la incontriamo: “Finalmente posso uscire di casa e stare insieme a tutti gli altri”. Ci parla anche dell’Ilva: “È un mostro di fumo, senza si starebbe meglio”.
Con i soldi raccolti non sono stati acquistati solo letti e attrezzature. Sono stati assunti anche due medici che fino a maggio lavoreranno lì.
Abbiamo iniziato a parlare della vicenda Ilva nel 2013 con la nostra Nadia Toffa (clicca qui per il suo servizio). Avevamo documentato le nubi tossiche che si alzavano dall’azienda e le malattie che hanno causato a chi lavora e abita lì attorno. Sei anni dopo siamo tornati a cercare i nostri amici di Taranto (qui il servizio di Gaetano Pecoraro della scorsa settimana).