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Morte di Giuseppe Uva, la sorella Lucia condannata per diffamazione: “Non mi fermeranno"

La Corte d’Appello di Milano l’ha condannata per aver diffamato i due carabinieri e i sei poliziotti, assolti dall’accusa di omicidio preterintenzionale del fratello, morto nel 2008 dopo un fermo. Lei a Iene.it: “Farò ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo”

“La rabbia è tanta, questa è ingiustizia: sono molto delusa ma non mi fermo, farò ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo”. Lucia Uva commenta così a Iene.it la sentenza della Corte d’appello di Milano che l’ha appena condannata. Per il Tribunale ha diffamato i due carabinieri e i sei poliziotti che sono stati assolti dalla Cassazione nel luglio scorso dall'accusa di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona del fratello Giuseppe, deceduto a 43 anni il 15 giugno 2008 dopo essere stato fermato e trattenuto in caserma.

Con Mauro Casciari, nel 2016, pochi giorni dopo l’assoluzione di carabinieri e poliziotti in primo grado, avevamo ripercorso la vicenda di Uva parlando con la sorella di Giuseppe, Lucia, come potete vedere nel video qui sopra. Era la notte del 14 giugno 2008, quando Uva cercava di spostare dal centro di Varese alcune transenne, assieme all’amico Albero Biggiogero. Dopo essere stati portati in caserma, dove Biggiogero sostiene di aver sentito l’amico gridare mentre veniva interrogato (tanto da chiamare lui stesso il 118), i carabinieri richiederanno per Giuseppe Uva il trattamento sanitario obbligatorio all’ospedale di Circolo di Varese, dove è morto la mattina dopo.

“Provo dolore, non è stata fatta giustizia. Giuseppe era nelle mani dello Stato ed è morto senza colpevoli, io voglio solo la verità”, ci ha detto adesso Lucia. “Però non spezzeranno il nostro sorriso, andiamo avanti: aspettiamo le motivazioni della Cassazione, che erano attese per agosto e invece non sono ancora arrivate, e poi faremo ricorso alla Corte di Strasburgo”. “In undici anni di processi ci siamo svenati”, continua, “e adesso dovrò pagare 500 euro di multa, un risarcimento civile e le spese degli avvocati delle parti. Finirà che chiederò l’elemosina davanti al Tribunale per poter pagare”.

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