M5S, firme false a Palermo: chieste condanne per 14 imputati | VIDEO
Il processo era stato riaperto dopo l’inchiesta di Filippo Roma sulle firme false per la presentazione della lista del Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali di Palermo del 2012, dal quale era emerso che su duemila firmatari 1104 non avevano riconosciuto la propria firma
La procura di Palermo ha chiesto condanne che vanno da un anno e 6 mesi a 2 anni e 3 mesi nel processo sulle firme false per la presentazione della lista del Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali di Palermo del 2012. 14 persone tra attivisti e ex deputati regionali e nazionali del Movimento sono accusati a vario titolo di falso e violazione della legge regionale del ’60 sulle consultazioni elettorali.
Un processo che si è riaperto dopo l’inchiesta di Filippo Roma che potete vedere qui sopra. Era emerso infatti che su circa duemila firmatari sentiti, in 1104 non avevano riconosciuto la propria firma. Tra gli imputati, oltre a diversi attivisti, anche i parlamentari 5 Stelle Riccardo Nuti (il candidato sindaco del Movimento nel 2012), Claudia Mannino e Giulia Di Vita.
La vicenda, a cui noi de Le Iene abbiamo dedicato numerosi servizi, era stata archiviata dalla Procura nel 2013. “Quando si sono raccolte le firme io ho trovato due persone che le stavano ricopiando”, ci aveva detto l’attivista Vincenzo Pintagro, che in aula ha raccontato come sarebbero andate le cose. “E in quella sede dissi subito ‘ragazzi ma siete pazzi? Noi stiamo commettendo tutti quanti un reato!’”. Filippo Roma era riuscito a ottenere i moduli presentati dal Movimento Cinque Stelle ed era andato a chiedere ad alcuni di quelli che dovevano essere i firmatari se riconoscevano la propria firma e in molti non riconoscevano la calligrafia!
Secondo l’ipotesi della Procura, Nuti e alcuni attivisti dopo essersi accorti di un errore anagrafico riportato sui moduli, resi quindi inutilizzabili, avrebbero deciso di ricopiare le firme sui moduli corretti. Ecco perché la contestazione di falsificazione materiale delle firme per coloro che le avrebbero ricopiate. A Nuti invece si contesta l’aver utilizzato le sottoscrizioni ricopiate.