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News | di Alessandro Barcella |

Rousseau: ok a Conte. De Falco: “Sì prevedibile ma il voto è uno sgarbo a Mattarella”

La base del Movimento Cinque Stelle dice sì al nuovo governo Conte con il Pd. Dalle 8 alle 18 i circa 115 mila iscritti sono stati chiamati a dire la loro sul nuovo esecutivo sulla piattaforma web Rousseau: hanno votato in tantissimi (73 mila), il 79% si è detto favorevole. Dure critiche a metodi e tempistica da Gregorio De Falco, il senatore espulso dal M5S un anno fa e famoso per il “Salga a bordo, cazzo!” a Schettino, intervistato da Iene.it

Gli iscritti del Movimento Cinque Stelle danno il loro via libera al nuovo governo Conte con il Partito democratico. Dalle 8 alle 18 di oggi i circa 115mila iscritti sono stati chiamati a dire la loro sul nuovo esecutivo sulla piattaforma web Rousseau. Hanno votato in tantissimi rispetto alle precedenti consultazioni online del M5S: 73 mila. Il 79% si è detto favorevole al nuovo governo.

“Il voto dei Cinque Stelle sulla piattaforma Rousseau per decidere sul governo giallo-rosso? Uno sgarbo a Mattarella e a tutti i gruppi parlamentari coinvolti”. Non usa mezze parole Gregorio De Falco, il senatore del gruppo misto espulso a dicembre 2018 dal Movimento 5 Stelle per alcune posizioni contrarie alla linea M5S, commentando il voto con Iene.it. Lui già salito alle cronache, involontariamente, per quel “Salga a bordo, cazzo!” urlato al telefono al comandante della Costa Concordia Francesco Schettino durante il tragico naufragio del 13 gennaio 2012.

Il voto web doveva rispondere a questa domanda: "Sei d'accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?". Con un potere enorme: far decollare con il sì il governo tra M5S e Partito democratico o rispedire la palla con il no al Capo dello Stato, che in quel caso non poteva che sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.

Un potere su cui Gregorio De Falco è fortemente critico, a prescindere, soprattutto per il momento preciso in cui è arrivato: “Collocato oggi, dopo le consultazioni con il presidente della Repubblica che ha dato a Conte un’agenda sui tempi della crisi, il voto su Rousseau è uno sgarbo a Mattarella. E non solo. Intanto stiamo parlando di un voto che deriva dal regolamento interno di un’associazione privata e che in questo momento interferisce con le procedure istituzionali. Il voto su Rousseau, che penso si concluderà con un sì, mortifica anche tutti i gruppi parlamentari che hanno già dato il loro benestare al possibile nuovo governo Conte”.

Sul tema si era espresso, in un’intervista a Repubblica, anche l'ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick: pur negando l’esistenza di profili di incostituzionalità, ha parlato di un voto “contro lo spirito della Carta”, che “fa diventare la piattaforma Rousseau, o un'altra simile, uno strumento per l'esercizio della sovranità".  

Un voto che, secondo De Falco, poteva creare più di un imbarazzo: “In caso di no? Abbiamo scherzato? È come dire che c’è un signore che sta trattando e che magari non ha il potere di farlo. Anche il Partito democratico nella sua direzione aveva fatto votare per il nuovo governo, ma non lo ha fatto certo in questo momento!”.

L’altro tema caldissimo di queste ore è quello della impenetrabilità o meno della piattaforma, della possibilità di attacchi hacker o di manipolazioni del voto. E anche qui Gregorio De Falco non la manda a dire: “Lo ha detto bene l’Agcom, l’Autorità garante per le comunicazioni, la piattaforma non è sicura né certificata. Per quanto ne dica il notaio che si fa garante del voto, Valerio Tacchini, lui è un tecnico del diritto, non un tecnico del software. Non ha, credo, né la competenza né il ruolo per valutare se Rousseau sia vulnerabile o meno”.

“Rousseau è un sistema che non è garantito da soggetti terzi”, prosegue il senatore ex Cinque Stelle. “Io perplessità ne ho avute sempre, ma quando ero all’interno del Movimento non vedevo la necessità di sollevare la questione, anche perché il ricorso alla piattaforma non è previsto per tali quesiti. La piattaforma è fondamentale per la stesura dei programmi, non per un voto su questo tema, e soprattutto non in questo preciso momento dell’iter istituzionale”.  

Arriva poi l’affondo proprio sulla questione della sovranità popolare, tanto cara a Beppe Grillo: “Lo stesso Rousseau, il filosofo del '700 e non la piattaforma, concepiva la democrazia diretta come sovranità assoluta del popolo per un motivo molto semplice, perché l’opponeva alla sovranità assoluta del Re. Nella storia invece la sovranità assoluta del popolo ci ha portato a fare piazzale Loreto…”.

Nelle ultime ore era montata la polemica anche sul fatto che, rispetto al voto precedente sul governo con la Lega, il quesito avesse messo prima il no del sì (poi l’ordine è stato invertito): “Errore o volontà? Tutto è plausibile. Ricordo come formularono la domanda per l’atto d’accusa a Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti. La domanda su Rousseau non parlò mai né di sequestro né di detenzione, ma di ritardo... Non fu neanche un eufemismo, fu una mistificazione quel quesito…”.

In conclusione De Falco racconta la sua personale visione della crisi agostana del governo giallo-verde: “Sicuramente Salvini ha cercato di evitare di dover rendere conto al proprio elettorato del fatto che flat tax, quota 100, reddito di cittadinanza e autonomia non le poteva mettere insieme. Penso però anche a un’altra cosa: tra l’8 agosto sera, quando Salvini ha annunciato di staccare la spina al governo, e il momento in cui la situazione si è trascinata, lui ha continuato a godere dell’immunità, potendo dunque continuare a fare quel po’ di propaganda, che come abbiamo visto si è rivolta alle navi Mare Jonio, Alan Kurdi e Eleonore. Uno scudo per poter fare la sua ‘parte in scena’ fino all’ultimo ma evitando problemi…”.

Futuro personale in politica? “Non ho ancora pensato a cosa farò nel caso si andasse a elezioni, non è il momento di pensarci. Io comunque non sono un professionista della politica e non voglio esserlo. Al resto ci penserò eventualmente più avanti”.

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