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Maltrattamenti sui minori, condannati gestori della casa famiglia Il Sorriso | VIDEO

I coniugi Pietro Bagnolini, 68 anni, e Maria Emanuela Gianfanti, 63 anni, sono stati condannati entrambi a 4 anni. Noi de Le Iene vi abbiamo raccontato gli orrori di quella casa famiglia nel servizio di Matteo Viviani

Sono stati condannati in primo grado a 4 anni di reclusione i due gestori della casa famiglia Il Sorriso di Montiano, Maria Emanuela Gianfanti di 62 anni e il marito Pietro Bagnolini di 68 anni, per maltrattamenti nei confronti di tre minori ospiti della struttura: gli episodi incriminati risalgono al 2015.

I due sono stati assolti dallo stesso reato per cui erano accusati nei confronti di altri minori che si trovavano nella struttura all’epoca dei fatti. Il giudice del Tribunale di Forlì ha disposto per i due coniugi l’interdizione dai pubblici uffici: non potranno quindi più gestire una casa famiglia per almeno 5 anni qualora la sentenza diventasse definitiva.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti i minori sarebbero stati percossi e minacciati di essere allontanati dalla comunità. I due gestori erano anche accusati di non aiutare i minori a svolgere i compiti di scuola, di dare loro da mangiare cibi di scarsa qualità e di non pulire in modo adeguato i locali della struttura.

La vicenda della casa famiglia Il Sorriso è stata sollevata da noi de Le Iene, nel servizio di Matteo Viviani che potete vedere qui sopra. Come ha scoperto la Iena all'interno della struttura succedeva di tutto, dalle urla, agli schiaffi, alla somministrazione di cibo scaduto. Un servizio che il comune di Montiano pagava 2.500 euro al mese per ogni minore.

“Tu ti senti in colpa veramente per sta cosa? Io ti dico, non mi sento in colpa. Sapevo che i servizi sociali controllavano” aveva dichiarato il sindaco Molari a Le Iene. Ma per gli stessi servizi sociali non vi erano elementi anomali, tanto da definirla una “situazione tranquilla”.

“Il nostro servizio sociale alla luce del procedimento penale in oggetto ha preso ogni provvedimento del caso e ogni misura utile e necessaria” aveva spiegato il dirigente di settore, Michele Gaggi. “Non abbiamo elementi per far chiudere la struttura, attendiamo la magistratura che faccia il suo corso”.

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