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Le prove sulla morte di Pantani sono state manomesse? Nuova testimonianza a Le Iene

Alessandro De Giuseppe raccoglie la testimonianza dell'esperto di investigazioni elettroniche che ha lavorato per la procura di Rimini sulla morte di Pantani. "Il video della polizia scientifica potrebbe essere stato manomesso", ci spiega

Nuova testimonianza che potrebbe fare luce sulla morte di Marco Pantani e che andrà in onda domenica. Alessandro De Giuseppe continua l’inchiesta che punta il dito contro le anomalie e le cose che non tornano delle indagini che hanno portato all’archiviazione sulle cause della morte del Pirata nel 2016. Questa volta a parlare è un esperto di investigazioni elettroniche che ha lavorato per la procura di Rimini e che preferisce non svelare la sua identità. Il 14 febbraio 2004, quando è stato ritrovato il corpo di Marco Pantani nel residence Le Rose, era lì insieme alla polizia. Decide di raccontare per la prima volta quello che ha visto perché “non si è ancora arrivati alla verità sulla morte di Pantani”.

Le anomalie sulle indagini che vi abbiamo mostrato nei nostri servizi sulla morte di Marco Pantani sono diverse. Ad esempio la pallina di cocaina ritrovata di fianco al cadavere, che i primi a entrare nella stanza non vedono. Come Pietro Buccellato, il receptionist del residence. Anselmo Torri, l’infermiere del 118 che era in servizio quella notte, sostiene che “intorno al cadavere non c’era niente”. E anche l’autista e il medico del 118 entrati nella stanza di Pantani smentiscono di averla vista. Eppure nel filmato della scientifica è perfettamente visibile in mezzo alla pozza di sangue. E tre diverse persone sostengono di aver visto il lavandino del bagno per terra, divelto, mentre nel video è perfettamente montato sulla parete. E i sanitari del 118 raccontano anche che non c’era tutta quella cocaina nella stanza, come invece si vede sempre nel video della polizia scientifica. Torri racconta a De Giuseppe: “Sono sicuro come se fosse ieri: lì sopra non c’era la coca”. Quindi i testimoni arrivati prima della polizia hanno visto cose diverse da quelle filmate dalla scientifica. 

L’esperto di elettronica chiamato a lavorare su quell’indagine spiega a Alessandro De Giuseppe dei nuovi dettagli sul filmato della polizia scientifica sulla stanza dove è stato ritrovato il cadavere di Marco Pantani: “La cassetta era stata danneggiata e l’abbiamo ricostruita noi in laboratorio”. Il filmato è stato registrato su una cassetta mini DV. Il giorno dopo averlo fatto la polizia porta la cassettina nel laboratorio del tecnico. “Mi portano la cassetta con tutto il nastro fuori. Dice: ‘perché la scientifica, nel fare dei fermi immagine, è andata avanti e indietro, l’hanno rovinata”. Quindi era inutilizzabile, perché aveva tutto il nastro fuori. “Mi dicono: ‘non si può fare più niente, vero?’. Ci siamo messi tutta una notte, l’abbiamo smontata e abbiamo riversato tutto il contenuto che c’era in questa cassettina in un CD”. La Iena gli chiede se secondo la sua esperienza potrebbe trattarsi di un tentativo di manomissione. E il tecnico risponde: “E’ evidente. Non mi è mai capitato che era uscito un nastro”. “A meno che uno non lo tiri fuori manualmente?”, gli chiede De Giuseppe. “Sì”, risponde il tecnico. E risale al luglio del 2014 l’esposto dell’avvocato della famiglia Pantani Antonio De Rensis, che all’epoca fece riaprire le indagini sulla morte del Pirata, in cui sono segnalate ben 16 interruzioni della cassetta. Ciò significa che il filmato salta, e in quei minuti “potrebbe essere successo di tutto”, sostiene De Rensis. Come la manomissione delle prove?

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