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News | di Beatrice Pratellesi |

Maturità 2019: il ripassone finale serve? Parla l'esperto di memoria

Il 19 giugno inizierà l’esame di Maturità per gli studenti italiani al quinto anno di liceo. In vista della scadenza imminente abbiamo contattato un esperto di memoria, per dare agli studenti qualche consiglio utile per sfruttare al meglio gli ultimi giorni di studio

Mancano ormai pochissimi giorni alla prima prova dell’esame che gli studenti italiani continueranno a temere per il resto della vita: la Maturità. La prima prova scritta, il tema di italiano, si terrà mercoledì 19 giugno.

Inutile dirlo, migliaia di studenti si stanno dedicando in questi ultimi giorni al ripassone finale: rileggere per la centesima volta quel capitolo di storia che propria non vuole entrare in testa o preparare gli immancabili bigliettini pronti all’uso (o al ritiro!).

Ma il “ripassone finale” serve davvero? Come si possono sfruttare al meglio questi ultimi giorni colmi d’ansia prima dell’esame? Lo abbiamo chiesto a un vero campione della memoria, Matteo Salvo, autore di best-seller sull’apprendimento (tra cui un libro dedicato proprio allo studio: “Studiare è un gioco da ragazzi”) e entrato nel Guinness dei primati nel 2013 per una prova di memoria che ha dell’incredibile, come vi abbiamo raccontato nel servizio di Andrea Agresti dell’aprile 2017, che potete vedere qui sopra.

È stata proprio la difficoltà nello studio a far appassionare Matteo al mondo della memoria. “Mi sono avvicinato a queste cose perché all’università non andavo avanti. Passavo pomeriggi sui libri ma non avevo strategia. Leggere, sottolineare e ripetere è un metodo estremamente lento”. Così, per aiutare i giovani ad affrontare questi ultimi giorni prima del grande esame, lo abbiamo contattato telefonicamente.

Partiamo proprio dal “leggere, sottolineare e ripetere”, metodo usato dalla stragrande maggioranza degli studenti. Funziona? “Leggere e sottolineare è come voler verniciare una parete con una matita, ci metterai un’infinità di tempo”. E quando di tempo ce n’è poco, non è proprio il massimo. Qualche suggerimento? “Bisogna concentrarsi sui concetti chiave, gli studenti tendono a sottolineare tutto, a pensare che tutto sia importante allo stesso modo. Invece bisogna iniziare dal riassunto a fine libro, che contiene le cose fondamentali. Come prima cosa mi leggo quello e le domande del libro messe a fine capitolo, così so già quali sono le cose più importanti. Quando, in un secondo momento, andrò a leggere l’intero capitolo ricercherò le cose fondamentali che ho letto nei riassunti”. Insomma, bisogna partire dalla fine: “I riassunti a fine libro sono come il trailer di un film, me lo guardo prima del film per capire di che si parla!”.

Passiamo alla fase di memorizzazione. “È importante costruire degli schemi con i concetti chiave oppure attraverso delle mappe mentali, che rendono chiara la gerarchia dei concetti”. E gli studenti che si trovano a ripassare tutto e non hanno mai fatto una mappa mentale non devono disperare: “Per imparare come si fa ci vuole al massimo un’oretta. E poi si memorizza molto più velocemente”.

Ma, parliamoci chiaro, il ripassone dell’ultimo minuto è un classico dal quale è difficile distaccarsi. Eppure, assicura Matteo, non è quello che ci vuole. “A pochi giorni dall’esame bisogna uscire dalla logica dello studiare rileggendo, non c’è più tempo. Bisogna agire di strategia. Quindi: concetti chiave, domande a fine capitolo e dormire”. Già, perché il sonno, spiega l’esperto, è fondamentale. “La privazione del sonno crea uno stato mentale di confusione e scarsa lucidità”.

Qualche consiglio in vista dell’orale? “Ripetere deve essere usato come strumento non per imparare le cose, ma per saperle spiegare al meglio”. In questo senso, spiega Matteo, è fondamentale allenarsi a esporre bene, soprattutto in vista del “faccia a faccia” con i professori.

L’esperto dà agli studenti qualche dritta. “Ci sono alcune cose che non bisogna scordare per avere una comunicazione efficace. Prima di tutto la postura. Tanti studenti mentre parlano si agitano in maniera sproporzionata. Quando si è seduti bisogna tenere entrambe le gambe appoggiate a terra e non far tremare la gamba sotto la sedia. Altrimenti trasmettiamo tensione anche al nostro interlocutore. Il respiro deve essere regolare e profondo. Lo sguardo è fondamentale: io devo guardare in faccia la persona con cui sto parlando. Se guardarlo negli occhi mi mette in soggezione posso guardarlo nel punto in mezzo agli occhi. E non devo mai scordarmi degli altri professori: tutti devono sentirsi considerati, anche i professori delle materie per così dire meno importanti, altrimenti si irriteranno. Altro fattore importante è la voce: bisogna parlare a volume alto. Troppo spesso gli studenti parlano a voce bassa pensando che così se dicono una stupidaggine non viene sentita, ma questo non ha senso!”. Infine, spiega Matteo, devono essere aboliti i mugolii tra una parola e l’altra e le parole strascicate: “scandire bene le parole dà un’impressione, appunto, di maturità al nostro interlocutore”. La comunicazione, secondo Matteo, è fondamentale anche per raggiungere il voto desiderato. “A parità di competenze, se uno cura il modo di esporre passerà, ad esempio, da un 6 a un 7”.

Insomma, a pochi giorni dall’esame inutile voler imparare tutto. “Non si può pretendere di correre una maratona allenandosi solo i giorni prima. Il lavoro di tutto l’anno è fondamentale. Ma anche quando i giochi sono fatti, la cosa più importante da fare è dare il meglio di sé con le conoscenze che uno ha. E quindi in questi ultimi giorni gli studenti dovrebbero smettere di studiare per imparare. Devono piuttosto pensare di studiare per spiegare. In questo modo rielaborano meglio le informazioni che hanno a disposizione, esponendole in maniera più articolata. E mi raccomando: dormite!”.

E a proposito di memoria, al di là degli studenti indaffarati, c’è anche chi memorizza tutto anche senza farlo apposta. Come Giovanni Gaio, che noi de Le Iene abbiamo intervistato. Giovanni ha una sindrome particolare. “Si chiama sindrome ipertimesica, o memoria autobiografica superiore”, ci ha spiegato. “Le persone come me tendono a ricordare nel dettaglio il resoconto della propria vita”.

Guarda qui sotto l'intervista completa a Giovanni Gaio.

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