Morta folgorata a 12 anni da un palo della luce. E nessuno paga | VIDEO
Natalia è stata strappata alla sua famiglia quando aveva solo 12 anni. È morta folgorata da un palo della luce del Comune che non era sicuro. Dopo dieci anni arriva la prescrizione: Nina Palmieri è andata a parlare con il sindaco e la coraggiosa mamma della vittima
“Quando parlo di Natalia parlo sempre con il sorriso, non piango”. A parlare è la mamma di Natalia, Benedetta, che ha perso la figlia quando aveva solo 12 anni. “Il dolore si è trasformato in qualcosa di positivo verso la vita stessa”, dice la mamma a Nina Palmieri.
Era l’agosto 2008, quando una sera Natalia è in piazza con le amiche a una festa di paese. “Quando è arrivata l’ora decidiamo tutti insieme di tornare a casa”, racconta Alessia, un’amica di Natalia. La piccola fa un pezzo di strada da sola per tornare a casa. Poco dopo sulla strada di casa sua arriva Alessia. “Quando ho svoltato l’angolo ho visto Natalia abbracciata al palo della luce. Lo stingeva tremante. C’era un ronzio di sottofondo. Mi avvicinai, allungai il braccio per staccarla, ma non so perché mi fermai. Lei era assente”.
Alessia racconta che quando l’amica si è accasciata a terra ha iniziato a gridare per chiamare aiuto. Arrivano gli operatori del 118 e nel frattempo mamma Benedetta si precipita sul posto. Passano i minuti, Natalia è ancora per terra. Il pediatra Giuseppe Spinuzza arriva sul posto e per sbaglio sfiora il palo della luce lì accanto. “Ho preso una scossa elettrica”, racconta il pediatra a Nina Palmieri. Ma quando arriva l’ambulanza per Natalia è troppo tardi.
Natalia è stata folgorata da un palo della luce di proprietà del Comune di Montemaggiore Belsito (Palermo) che era in condizioni imbarazzanti. Infatti, in uno strano intreccio si vedevano confluire cavi di illuminazione pubblica e privata. E sembra che non era solo quel cavo a essere una bomba a orologeria, ma tutto il paese. Infatti la Società di manutenzione elettrica Smap aveva più volte avvertito il Comune delle condizioni dell’impianto e dei problemi di protezione. Ma né la società né il Comune sono riusciti a intervenire per evitare questa tragedia.
Una tragedia che continua anche dopo la morte della piccola. Prima di arrivare alla prima sentenza, infatti, passano dieci anni. “Dieci anni e mia figlia non ha avuto giustizia perché è scattata la prescrizione”, ci spiega la madre. Per evitarla la famiglia ha fatto ricorso, ma anche in Appello viene confermata la prescrizione. “Siamo stati condannati anche al pagamento delle spese legali”, dice Benedetta.
“Mi sono convinta a fare una causa civile soltanto in virtù dell’altra figlia che mi è rimasta”, spiega la mamma. Il legale della famiglia manda comunque una lettera in cui propone di trovare un accordo sul risarcimento. Ma il Comune, attraverso il suo avvocato, risponde sostenendo che anche il diritto al risarcimento è prescritto.
Nina Palmieri è andata a parlare con Antonino Mesi, attuale sindaco del Comune di Montemaggiore Belsito. “Io devo chiedere scusa di che cosa?”, ci dice. “Siamo padri di famiglia che lavorano dalla mattina alla sera per difendere i diritti dei cittadini. Mi sono sentito offeso per come lei sta ponendo le cose”, dice a Nina Palmieri che invita con toni piuttosto accesi a uscire dal suo ufficio.