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News | di Simone Carcano |

Le 100 mucche in ostaggio a Pasqua: “Salvateci o ci abbattono” | VIDEO

Da un mese i proprietari non possono avvicinarsi alle mucche perché è in corso una procedura di sloggio forzoso. Succede a Cassina de Pecchi, in provincia di Milano: se non trovano una sistemazione rischiano di essere abbattute. E per i veterinari si profila il maltrattamento di animali

Senz’acqua e fieno in mezzo al fango e ai loro escrementi. Senza neppure essere munte. È lo stato in cui si trovano cento mucche letteralmente in “ostaggio” da un mese, come potete vedere nel video qui sopra. Come se non bastasse, se non trovano una sistemazione entro il 23 aprile rischiano di essere macellate. Siamo a Cassina de’ Pecchi alle porte di Milano. Qui c’è la cascina Moretti che ospita l’azienda Cassi, gestita dai fratelli Mariangela e Battista. Sul loro terreno pende un’ingiunzione di sfratto che loro considerano ancora una loro proprietà.

Dal 21 marzo i proprietari non possono avvicinarsi agli animali. La loro custodia è passata nelle mani dell’ufficiale giudiziario che sta eseguendo la procedura di sloggio forzoso. È l’ultimo atto di una sentenza del Tribunale di Milano pronunciata nel 2001. Dopo aver posizionato delle reti metalliche per impedire l’accesso alle stalle, un servizio di vigilanza sorveglia la zona per non far avvicinare le persone. Nemmeno Mariangela e Battista. “Così nessuno da un mese provvede a mettere nuova paglia, a rimuovere gli escrementi e a far pascolare le mucche all’aria aperta”, dicono i fratelli. “I nostri animali sono in agonia e vivono nella sporcizia”.

Anche noi siamo andati a vederle. Alcune mucche sono lasciate in un recinto con gli escrementi che arrivano a metà delle loro zampe. Altre sono sdraiate in mezzo al fango, altre ricoperte da mosche. E i loro occhi di certo non sembrano felici di questa situazione. Soprattutto trattandosi di mucche da latte che necessitano di essere munte. Tra loro c’è Fuochina, una vacca di 7 anni che 10 giorni fa ha partorito. Ha bisogno almeno due volte al giorno della mungitura. “Nessuno provvede a farlo. Tutto questo le procura sofferenza e può subentrare una mastite”, dice Mariangela. Accanto a Fuochina c’è Iena, la piccola vitella di pochi giorni. Per il suo colore nero in nostro onore è stata chiamata come noi! Loro assieme a poche altre mucche sono uscite dalle stalle passando da un buco nel recinto. E da qualche giorno vivono in mezzo al prato sotto il sole e sotto l’acqua. In questo stato possono ritenersi “fortunate” guardando le loro sorelle in mezzo al fango e agli escrementi, senza neppure acqua e paglia fresca.

In questo stato una vacca ha sofferto così tanto morire buttata a terra con le gambe divaricate. Francy è rimasta in quello stato di abbandono per 16 giorni. “Non abbiamo comunicazione dove siano state portate le carcasse”. Pochi giorni prima era stata visitata dal veterinario. “Aveva detto che andava separata dalle altre mettendola in un luogo separato dal sole. In realtà il custode non ha provveduto a farlo”, dice Mariangela. E la mucca è morta in sofferenza. “L’abbiamo saputo dal custode giudiziario che ci ha inviato i documenti del suo incenerimento”, spiega Mariangela.

I proprietari degli animali hanno presentato denuncia ai Carabinieri per maltrattamento. Ed è solo l’ultimo atto di una battaglia giudiziaria che va avanti da anni. Entro il 23 aprile, il centinaio di mucche e i relativi proprietari che hanno dimora proprio nella cascina devono sloggiare. Per gli animali quel giorno potrebbe essere l’ultimo della loro esistenza. “Il tempo a disposizione è pochissimo. Se non riusciamo a trovare un posto simile alla nostra cascina di sedici ettari, le mucche saranno uccise”, dice Mariangela. A stabilirlo è l’ordinanza del giudice che prevede il loro abbattimento oppure la vendita. “Ci opponiamo a questa decisione e abbiamo presentato un nuovo ricorso per avere più tempo perché è davvero ristretto. Noi vogliamo salvarle, non abbatterle o venderle”.

Il veterinario è stato in cascina per ben due volte in meno di una settimana. “Per due animali permane un deperimento fisico, incompatibile con uno stato di pieno benessere dell’animale”, ha scritto dopo la visita. Quelle due mucche però sono state ritrovate senza vita qualche ora dopo. “Le piaghe e lo stato di denutrizione causano uno stato di sofferenza tale dell’animale da compromettere non solo lo stato di benessere, ma anche la qualità delle carni”, hanno scritto i veterinari.

“È stato chiesto che i custodi delle vacche fossero i miei assistiti, ma ad oggi dopo questa istanza non ha trovato inspiegabilmente esito positivo”, spiega Eliana Capizzi, l’avvocato che si sta occupando dei profili penalistici della vicenda. Le mucche e i loro proprietari necessitano in tempi record di una struttura adeguata a continuare l’attività, dove ci sia una sala di mungitura, le stalle e una parte esterna in cui possano pascolare. Chi avesse una cascina con queste caratteristiche in grado di ospitare le 100 mucche di Cascina de Pecchi si faccia avanti scrivendo a redazioneiene@mediaset.it. Il tempo stringe e martedì per loro potrebbe essere davvero l’ultimo giorno!

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