Nudi in spiaggia: “Nasciamo tutti naturisti. Ci vestiamo per una falsa morale” | VIDEO
Abbiamo partecipato alla festa dell’Associazione Naturista Italiana che si è riunita a San Vincenzo (Livorno), in una delle prime spiagge autorizzate alla pratica del naturismo. “Stare nudi è naturale: ci battiamo per avere più spazi”
“All’inizio l’uomo era nudo, poi si è vestito per una falsa morale”. Quando abbiamo chiesto a Giampietro Tentori, presidente dell’Associazione Naturista Italiana (A.N.ITA.), perché è nudo, ci ha risposto molto semplicemente: “Perché è naturale!”. Siamo a San Vincenzo, sulla spiaggia del Nido dell’Aquila, in provincia di Livorno. “Questa è una delle primissime spiagge autorizzate alla pratica del naturismo”, spiega Giampietro.
“Essere un naturista non è semplicemente stare nudo in spiaggia. La differenza tra un naturista e un nudista è proprio che il naturista è consapevole di essere parte di un movimento alla base del quale ci sono tre principi: il rispetto di sé, degli altri e della natura”. Il fenomeno del naturismo prende piede in Germania verso la fine dell’800, ma si diffonderà in Europa e negli Stati Uniti solo negli anni ’60. Come ogni anno, l’associazione A.N.ITA. si riunisce per festeggiare e prendersi cura dell’ambiente e della loro spiaggia, che ripuliscono proprio in questa occasione.
Qui, in mezzo a tante persone completamente nude, chiediamo se la nostra presenza, vestiti, possa creare qualche problema. “Non mi dà fastidio, basta che la persona che è vestita non abbia altri scopi”. Giampietro si riferisce ai cosiddetti “guardoni”, che, come racconta, a volte si aggirano per le spiagge naturiste guardando o facendo anche di peggio. Alcuni arrivano a masturbarsi e a dare noia a chi sta prendendo tranquillamente il sole. “Quando succede gli chiediamo di allontanarsi, a volte abbiamo perfino dovuto chiamare i carabinieri. Ma li trovi anche sulle ‘spiagge tessili’ eh”. Che sarebbero? “Per noi i ‘costumati’ sono i tessili!”. Così scopriamo di avere un nome e la prospettiva si ribalta: “Essere naturisti è naturale”, ripete Giampietro.
“È da quando ho 16 anni che sto nudo in spiaggia, non ho alcun problema a mostrare il mio corpo”. Chi è naturista è anche un po' esibizionista? “No, anzi. L’esibizionismo lo fai di più con un costume particolare che fa vedere non vedere. Basta guardare la gente che c’è qui: hanno corpi normali, non c’è nulla da esibire”.
Eppure in Italia naturismo e nudismo sembrano ancora tabù. Basta fare un confronto tra le nostre spiagge e quelle per naturisti in paesi vicini come la Spagna o la Croazia. “Abbiamo subito un retaggio culturale e religioso negli anni che ci ha un po’ inibito lo sviluppo”, dice Giampietro. E fatto perdere anche occasioni di business: “In Europa si stima che ci siano circa 20 milioni di praticanti naturismo. Tutte queste persone, che scendono dall’Olanda, dalla Germania, dall’Austria, vanno dove il naturismo è più organizzato e le spiagge più strutturate, come la Spagna, la Francia o la Croazia”.
Sono proprio queste tre le mete più ambite per le vacanze naturiste. Secondo una ricerca della società di consulenza turistica Jfc effettuata nel 2017 per alcune associazioni naturiste, tra cui A.N.ITA., in testa c’è la Croazia, seguita da Spagna (in particolar modo le isole Baleari) e Francia.
Un business, quello del turismo naturista, che, sempre secondo i dati 2017, genera per l’economia turistica italiana un fatturato di oltre 54 milioni di euro annui. Un numero che però potrebbe quadruplicare se il nostro Paese si aprisse maggiormente al naturismo. La Francia, dove il business dei naturisti muove oltre 300 milioni di euro e sostiene 3mila posti di lavoro, conta 397 strutture dedicate ai naturisti e 73 spiagge riconosciute, contro le 11 italiane.
A livello mondiale si calcola che ci siano circa 70 milioni di naturisti, di cui 500mila solo in Italia. Degli italiani, però, secondo lo studio JFC 2017, solo 3 su 10 decidono di restare nel nostro Paese a trascorrere le vacanze. Una situazione a cui ha contribuito il vuoto legislativo sulla questione “nudismo”. Infatti, mentre in Paesi come la Francia e la Croazia le strutture per naturisti hanno una concessione statale (e in Spagna si può praticare senza restrizioni nelle spiagge, a meno che non sia limitato da qualche normativa locale), in Italia manca ancora una legge a livello nazionale.
Perché l’Italia è rimasta indietro? “Per il sesso”, dicono in coro alcuni dei naturisti che prendono il sole sulla spiaggia. “Dobbiamo superare questo concetto che corpo nudo uguale sessualità”, spiega Giampietro. “Quando è il momento ci sono altri approcci nella vita affettiva e sessuale di una persona. Posso assicurare che i naturisti non sono degli asessuati!”.
Eppure, anche nel nostro Paese, sembra che qualcosa si stia muovendo, a partire proprio dalla Toscana. “Ultimamente sono nate diverse spiagge per naturisti: una all’Isola d’Elba e due di un mesetto fa vicino Livorno. La Toscana si è accorta che il naturismo è anche un’opportunità turistica”. Anche in Sardegna, dove nell’ultimo anno sono state autorizzate due spiagge, qualcosa sembra cambiare.
“Però in Italia c’è un vuoto legislativo a riguardo”, dice Giampietro. “‘Atti osceni in luogo pubblico’ è stato depenalizzato”. Ora chi si mette nudo in luoghi non idonei può essere sanzionato. “Una multa anche molto pesante perché parliamo di più di 3mila euro”. Però sembra che anche su questo le cose stiano cambiando. “Ci sono tante sentenze ormai che dicono che se sei nudo con altre persone nude in un luogo storicamente frequentato da naturisti non devi essere multato”. È proprio quello che è successo con l’ultima sentenza del giudice di pace di Cecina.
L’episodio risale all’estate 2017: cinque naturisti si trovavano sulla spiaggia tra Marina di Bibbona e Castagneto, in Toscana. Una spiaggia in cui la pratica del nudismo è di fatto consolidata da tempo. Manca però un’autorizzazione ufficiale. Per questo i cinque malcapitati sono stati sanzionati per “atti contrari alla pubblica decenza”. “Noi come associazione abbiamo sostenuto due dei sanzionati facendo ricorso e il giudice di pace ci ha dato ragione. Degli altri tre abbiamo perso le tracce, credo che abbiano pagato la multa, magari anche per non mettere in piazza di essere stati beccati nudi e sanzionati. Spero che prima o poi qualche governo porti a termine una legge a livello nazionale. Per ora ce ne sono alcune a livello regionale, come in Lombardia. Qui la pratica naturista è riconosciuta, purché praticata in aree appositamente segnalate”.
“Noi non vogliamo stare nudi in mezzo a tutti, ci battiamo però nella difesa dei nostri diritti e nella ricerca di spazi dove poter stare. Perché io non devo avere dei luoghi dove posso stare nudo, a contatto con la natura? Se uno vuole passare vestito che passi pure, sappia che lì troverà delle persone nude”.