Morte di Marco Pantani: nuovi dubbi e testimonianze | VIDEO
Alessandro de Giuseppe intervista un esperto di investigazioni scientifiche che lavorò con la procura di Rimini e che dice: “il video girato dagli inquirenti potrebbe essere stato manomesso”. Nuovi dubbi su tutta la scena del crimine
"Il video della polizia scientifica girato nella stanza dove fu trovato morto Marco Pantani potrebbe essere stato manomesso".
La clamorosa dichiarazione che potrebbe fare nuova luce sulla morte del Pirata, scomparso il 14 febbraio del 2004, arriva da un esperto di investigazioni elettroniche che ha lavorato per la procura di Rimini. E che vuole rimanere nell’anonimato.
La scena oggetto di quelle riprese è la stanza completamente a soqquadro dove Marco viene ritrovato morto con vistose ferite sulla testa. La versione ufficiale dirà che sarebbe stata la conseguenza di comportamenti ossessivi di Pantani, che dopo aver esagerato con la cocaina avrebbe sfasciato tutto facendosi del male da solo e poi sarebbe morto per un arresto cardiaco causato da un cocktail di droga e farmaci. Una tesi che si basa sul presunto isolamento di Marco in quella stanza del residence. Un isolamento che però recentemente la commissione antimafia ha messo in dubbio, dichiarando che “il corpo di Marco è stato spostato, e che c’era con lui qualcuno al momento della morte”.
Una dichiarazione che si basa anche sulle numerose testimonianze che noi de Le iene abbiamo raccolto in questi mesi. Testimonianze che hanno dimostrato la facilità di poter salire nella stanza del Pirata senza essere visto dalla reception e quelle di diverse prostitute che raccontano che Marco nei giorni prima della morte non restò da solo.
L’ennesima anomalia, come quella della pallina di cocaina ritrovata di fianco al cadavere, che i primi a entrare nella stanza non vedono. Come Pietro Buccellato, il receptionist del residence. Anche Anselmo Torri, l’infermiere del 118 che era in servizio quella notte, sostiene che “intorno al cadavere non c’era niente”. E pure l’autista e il medico del 118 entrati nella stanza di Pantani smentiscono di averla vista.
Ora si aggiunge la questione importantissima dei video girati dagli investigatori nella stanza in cui fu trovato il corpo di Marco.
A parlare di questo video, alcuni dettagli dei quali sarebbero in netto contrasto con quanto riferito da alcune persone che lavoravano nel residence e con le testimonianze dei primi soccorritori, è un esperto di investigazioni scientifiche. L’uomo collaborò ai tempi con la procura di Rimini e adesso ha chiesto di incontrarci perché “non si è ancora arrivati alla verità sulla morte di Pantani”.
L’esperto di elettronica chiamato a lavorare su quell’indagine spiega a Alessandro De Giuseppe dei nuovi dettagli sul filmato della polizia scientifica.
“La cassetta era stata danneggiata e l’abbiamo ricostruita noi in laboratorio”. Il giorno dopo averlo fatto la polizia la porta nel laboratorio del tecnico. “Mi portano la cassetta con tutto il nastro fuori ‘perché la scientifica, nel fare dei fermi immagine, è andata avanti e indietro, l’hanno rovinata’. Mi dicono: ‘non si può fare più niente, vero?’. Ci siamo messi tutta una notte, l’abbiamo smontata e abbiamo riversato tutto il contenuto che c’era in questa cassettina in un CD”. La Iena gli chiede se secondo la sua esperienza potrebbe trattarsi di un tentativo di manomissione. E il tecnico risponde: “E’ evidente. Non mi è mai capitato che era uscito un nastro”. “A meno che uno non lo tiri fuori manualmente?”, gli chiede De Giuseppe. “Sì”, risponde il tecnico.
Non solo, durante una cena tra amici l’ispettore di Polizia Daniele Laghi avrebbe confidato di essere stato uno dei primi ad arrivare sulla scena della morte di Marco Pantani. Un altro commensale avrebbe confidato che Laghi avrebbe “sistemato” la scena del crimine.
Che la scena del crimine sarebbe stata in qualche modo “creata” lo sosteneva anche un altro uomo, che preferisce non farsi vedere in volto. E che ad Alessandro De Giuseppe spiega che i carabinieri, arrivati sulla scena per ultimi, non sarebbero stati fatti entrare dalla Polizia, arrivando per questo quasi alle mani.
Altri dubbi sulla ricostruzione ufficiale della sua morte e sul presunto “isolamento” di Pantani in quella stanza arrivano dalle tre chiamate fatte da Marco alla reception la mattina della sua morte. Chiamate nelle quali chiedeva di “salire immediatamente” e di chiamare i carabinieri in quanto c’erano “persone che gli davano fastidio”.
Forse le persone che, due mesi prima di morire, frequentava abitualmente presso un nightclub tra Rimini e Riccione, persone di cui un testimone dice: “Marco voleva uscire da quel giro legato alla cocaina, e avrebbe detto che li avrebbe denunciati tutti. Questo era il trio che lo molestava”.