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Pedofili sulle chat dei videogiochi: primo arresto in Italia

La Polizia postale di Cagliari ferma un 28enne che avrebbe adescato tre bambini chiedendo foto di nudo. Un allarme di cui vi abbiamo già parlato dopo la denuncia di una mamma napoletana

Ve lo avevamo già mostrato, ed è accaduto di nuovo. Ma questa volta sono arrivati prima i poliziotti.

Sono scattate questa mattina a Cagliari, ed è la prima volta in assoluto in Italia, le manette ai polsi di un presunto pedofilo che avrebbe adescato ragazzini utilizzando le chat delle consolle dei videogiochi tanto care ai nostri figli.

Sotto accusa un 28enne cagliaritano, che prima avrebbe avvicinato online tre ragazzini di appena 10 anni, e poi avrebbe loro chiesto di inviare foto di nudo o in cui mostravano comunque parti intime.

Gli uomini della polizia postale del capoluogo sardo lo hanno arrestato con le accuse di detenzione di materiale pedopornografico, pornografia minorile e adescamento di minorenni.

Fatale per il 28enne sarebbero state le chiamate notturne con cui il giovane, che talvolta per cercare nuove prede in chat si fingeva anche lui un ragazzino, cercava di ottenere dai bambini le immagini incriminate. Quelle chiamate sono state intercettate da una madre che ha presentato subito denuncia.

Un allarme, quello della possibile presenza di “orchi” sulle chat dei videogiochi on line, di cui anche noi de Le Iene vi abbiamo già parlato attraverso la video-denuncia di un’altra mamma, che potete rivedere qui sotto.

La figlia di 9 anni di questa giovane mamma napoletana è impegnata in cameretta in un tranquillo gioco di ruolo, lei sbriga alcune faccende domestiche in cucina.

Ma è una mamma attenta, e da tempo ha scaricato sul proprio telefono un’applicazione che le consente di guardare in tempo reale quello che la bimba fa sullo schermo della consolle. Ed è in tempo reale che corre nella stanzetta della bimba, quando si accorge dell’arrivo di quegli strani messaggi.

Dopo essersi ripresa dallo choc, inizia lei a parlare con lo sconosciuto. Sì, perché la madre intuisce subito che dietro quel nickname femminile in lingua inglese, “adorablekinsey4” probabilmente, si nasconde un uomo.

La Rete del resto è piena di malintenzionati che si infilano letteralmente nei canali meno battuti, come in questi casi, sperando di attirare la nostra attenzione, per gli scopi più diversi. Alcuni ci vogliono spingere a denudarci in webcam, per poi ricattarci e costringerci a pagare (un fenomeno molto diffuso, e di cui più volte anche Le Iene hanno parlato). Altri puntano a infettarci con un virus, che il nostro pc prenderebbe nel caso in cui decidessimo di cliccare su un link esterno. Risultato? Password compromesse e rischio di conti correnti prosciugati.

Alcuni, infine, come visto, sono purtroppo veri e propri “orchi” alla ricerca di bimbi e ragazzini. Da molestare virtualmente, se si è “fortunati”, o da avvicinare e abusare, nei casi più drammatici. Un incubo cui deve avere pensato subito la giovane mamma napoletana, che nel frattempo continua a chattare con quello sconosciuto per cercare di carpire più informazioni possibili. I messaggi si susseguono: “adorablekinsey4” non pare batter ciglio, quando gli viene detto chiaramente che dall’altra parte dello schermo c’è una bambina di 9 anni. Incassa il colpo e rilancia, pubblicando una foto di una donna discinta e invitando la piccola a collegarsi in chat attraverso un link.  

Per fortuna tutto finisce lì: ha trovato una mamma attenta che vigila sulla sua bambina, e quella conversazione potenzialmente pericolosa lascia solo il ricordo di un grande spavento. Uno spavento che la donna decide di trasformare in un appello, rivolto a tutti i genitori: “State più attenti ai vostri figli: il web è pieno di persone che cercano di adescare bambini”.

Molti di questi orchi però, da oggi, grazie alla polizia postale di Cagliari, sanno di avere le ore contate.

Guarda qui sotto la conversazione via chat con cui un presunto pedofilo ha avvicinato una bambina di 9 anni a Napoli, di cui vi abbiamo appena parlato.

 

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