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La pesca che, con la plastica, uccide il Mediterraneo | VIDEO

Luigi Pelazza ci racconta un metodo illegale di pesca, molto diffuso nel Mediterraneo, dove il 62% dell’habitat rischia di non riprodursi più, come spiega l’allarme dell’Onu

Il dato dell’Onu è allarmante: il Mediterraneo è “il mare più sovrasfruttato al mondo”. Se nel resto del pianeta il 33% della vita marina rischia di non potersi più riprodurre, nel Mediterraneo questo numero arriva addirittura al 62%. Luigi Pelazza ci mostra un metodo molto popolare di pesca, ma estremamente pericoloso, basato su accrocchi creati per attrarre molti pesci in una zona limitata di mare: i cosiddetti f.a.d. illegali

Il sistema è ingegnoso: un filo di plastica ancorato in fondo al mare tiene in superficie delle foglie di palma, per creare l’ombra sotto la quale si radunerà, attirata anche da microorganismi posizionati allo scopo, una gran quantità di pesci. Nel momento della massima concentrazione dei pesci arrivano i pescatori che con le loro reti a circuizione tirano su tutto ciò che c'è dentro.

Quello che resta degli oltre 1,5 milioni di f.a.d. presenti nel Mediterraneo è una quantità impressionante di plastica, che da trappola per i pesci diventa trappola per tutto l’ecosistema marino, per decine di anni.

Luigi Pelazza, che con i volontari dell’organizzazione ambientalista Sea Shepherd ci porta alla scoperta di questo dannosissimo metodo di pesca.

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