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Ex pirata di Iptv: “Con il pezzotto si aiuta la camorra” | VIDEO

Per 3 anni ha venduto il pezzotto che consente di guardare molte tv a pagamento in maniera illegale. E per questo è stato anche in carcere. Alessandro Di Sarno parla con un ex admin che rivela uno stretto legame tra le Iptv pirata e la camorra

“Ho deciso di parlarvi dopo il mio arresto. Ho capito che il mondo dell’Iptv sta diventando molto pericoloso soprattutto per chi lo usa”. Sono le parole un ex admin, cioè la persona che gestisce la vendita di tutti gli abbonamenti pirata, di Napoli che nella vita ha spacciato il dispositivo che permette a milioni di italiani di visionare molti canali a pagamento in cambio di un abbonamento low cost pirata. Ora rischia una denuncia per associazione a delinquere.

Lui ha 25 anni. Una mattina alle 6 di mattina una squadra di finanzieri si presenta a casa sua. “Hanno capito dai movimenti della mia Postepay che cosa facevo”, racconta. Lui era un admin. Con il suo arresto i nomi e cognomi e gli indirizzi di 40mila utenti che usano il pezzotto sono finiti nelle mani della Finanza.

Faceva l’idraulico, a 21 anni è stato licenziato. A casa aveva già il dispositivo pirata, così ha chiesto di entrare in questo giro a chi glielo aveva installato. “Mi disse: più amici mi porti e più ti faccio guadagnare. Chiunque potrebbe imparare a installare un abbonamento pezzotto nella smart tv o nel decoder”.

Così si mette a vendere abbonamenti illeciti che in cambio di pochi euro consentivano di vedere molti canali a pagamento. “Mi cercavo i clienti sui forum, poi ci scambiavamo i contatti e via Skype ci trasmettevamo i codici delle loro Postepay. Con il suo pezzotto si poteva vedere Sky, Premium, i film che sono al cinema, vecchi e nuovi, Netflix con le serie tv, Infinity e Tim Vision anche Dazn”.

L’ex spacciatore di pezzotto ci dice che c’è molta concorrenza in questo mondo tra server e admin: “Sui miei 40mila user calcolati ad almeno un euro ciascuno entrava circa 40mila al mese. Potevo avere di tutto: orologi, telefoni, computer, viaggi. Ma non potevo intestarmi nulla. Un admin se potesse dichiarare quanto guadagna, non dico Cristiano Ronaldo, ma la vita di un calciatore di serie A può permettersela”.  

“Secondo le mie stime in Italia usano il pezzotto 7 milioni di utenti, compresi gli italiani che stanno all’estero”, ci racconta. Dietro questo giro di persone e denaro ha una certezza: “C’è la malavita. Per avere una centrale devi avere tanti prestanomi, tante Postepay. Devi installare questi decoder e intestarli a persone esterne. Devi conoscere persone che ti garantiscono sicurezza”.

Per il pirata pentito anche gli utenti finali devono avere paura: “Soprattutto chi fa la ricarica e non paga in contanti perché sta alimentando le persone sbagliate: la malavita, la camorra”, dice. Gli stessi reseller sono continuamente sotto minaccia: “Quella più stupida, c’è chi ti dice che ti denuncia, ma cosa denuncia? Rischi di autodenunciarti”.

Pochi giorni fa una maxi indagine della Finanza ha scosso il mondo delle tv pirata. Sono bastate poche ore perché i pezzotti tornassero a trasmettere i segnali illegali. Com’è stato possibile? “Il software Extreme che gestisce i pannelli Iptv rilascia sempre nuove versioni aggiornate. Queste ultime sono state bloccate dalla Finanza, così alcuni sono riusciti a craccare le vecchie versioni e si sono appoggiati su quelle per rimettere i flussi Sky”, dice l’ex spacciatore di pezzotti.

Oggi lui a casa non ha più il pezzotto, ma ha un consiglio per le Iptv. “Dovrebbero abbassare un po’ i costi, per i clienti è meglio il pezzotto che accendono il televisore e parte subito. Se invece si rompe l’antenna, Sky ci mette più di 48 ore a fare l’assistenza. Invece noi pirati rispondiamo anche di notte”.

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