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Morte del soldato Positano: 8 militari a giudizio? | VIDEO

Il giovane, veterano dell’Afghanistan, sarebbe morto nel giugno del 2010 cadendo da un mezzo fermo. Una ricostruzione che non convince la famiglia. E che adesso la richiesta di rinvio a giudizio di 8 suoi colleghi sembrerebbe smontare

Si sta forse avvicinando, a 8 anni di distanza, la verità sulla morte di Francesco Positano, il militare pugliese deceduto in Afghanistan in circostanze ancora tutte da chiarire?

Un caso ancora avvolto nel mistero, e di cui Le Iene vi hanno raccontato nell’ottobre 2018 con il servizio di Pablo Trincia (che potete vedere qui sopra).

È di queste ore infatti la notizia della richiesta di rinvio a giudizio di 8 commilitoni di Francesco, due dei quali (l’autista del Buffalo da cui cadde il militare e il capo plotone) forse direttamente coinvolti nella  morte del giovane. Gli altri 6, invece, sono accusati di falsa testimonianza.

È il 23 giugno del 2010 quando il caporalmaggiore dell'Esercito Italiano, in missione per la terza volta in Afghanistan, muore schiacciato dalla ruota anteriore di un Buffalo, un potentissimo e imponente mezzo blindato in uso ai contingenti internazionali.

Secondo la versione ufficiale dell’esercito, il giovane sarebbe morto dopo essere caduto da quel mezzo, per un malore, ed aver sbattuto la testa sull’asfalto, a mezzo fermo. La famiglia di Francesco però, assistita dagli avvocati Lucia Frazzano e Annarita Antonetti, non crede a questa ricostruzione e i risultati delle perizie richieste dai familiari vanno in direzione opposta alla versione ufficiale.

“Quando è arrivato il corpo di mio figlio, vado per abbracciarlo e dietro la nuca noto che c’era un buco – racconta mamma Rosa a Pablo Trincia -. Non era possibile che la testa fosse in quelle condizioni a seguito di una caduta”.

La Iena Pablo Trincia indaga sul caso, accompagnando la madre Rosa a parlare con i commilitoni dell'epoca di Francesco ed emergono molti dubbi e ombre. Ed è sempre un commilitone, non presente in Afghanistan ma nella sua stessa caserma di Torino, che poco tempo dopo manda a mamma Rosa questo messaggio: “Molte cose non sono come dicono loro, e la verità sta per spuntare fuori”. Ma nulla di più. Adesso però, i tantissimi dubbi e le ombre sulla misteriosa morte del militare  potrebbero venire dissolti dal colpo di scena di questo rinvio a giudizio.

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