Restituita la scorta a Valeria Grasso: "Mi batterò perché non accada più"
Valeria Grasso viveva sotto scorta per aver denunciato il clan dei Madonia. Cinque mesi dopo una minaccia di morte la scorta le era stata revocata. Ma dopo l’intervento di Antonino Monteleone le è stata restituita
Valeria Grasso è una testimone di giustizia simbolo della lotta alla mafia. Ha denunciato il clan dei Madonia, mandanti della strage di Borsellino e per questo da dieci anni insieme alle sue figlie vive sotto protezione.Un giorno a Roma all’esterno del ristorante del compagno di Valeria viene trovata appesa a un albero una busta con dentro un piccione morto. Un simbolo mafioso che significa “devi morire”.
"E’ pericolosa l’aria che tira perché io vedo che ce un attacco proprio a chi si è messo in prima linea contro la mafia, contro la criminalità organizzata non è normale. Io sono molto preoccupata, molto spaventata.", racconta Valeria Grasso a Monteleone. Nonostante questa minaccia esplicita, cinque mesi dopo sul territorio romano la scorta le viene revocata. "Ho dovuto collaborare con lo Stato, sono stata microfonata per un mese agli incontri con il boss e lo sanno tutti, lo sa anche la mafia". Le parole della Grasso, sono molto chiare, come è chiaro il pericolo che corre senza la scorta.
Antonino Monteleone è andato dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese per chiedere spiegazioni: "Ha mandato in galera 26 persone, non è un motivo sufficiente per essere protetti in Italia? Qual'è il messaggio che mandiamo agli altri testimoni o a chi vorrebbe denunciare?"
Poche risposte e poi, ironia della sorte, la ministra si nasconde dietro la sua scorta. Proprio oggi però la scorta a Valeria Grasso è stata restituita su tutto il territorio nazionale. Vi racconteremo tutta la storia di Valeria Grasso e della sua lotta alla mafia