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Revenge Porn: il Parlamento litiga. Ecco le vittime della vendetta porno | VIDEO

Alla Camera si litiga sulla legge. Mentre la mamma di Tiziana Cantone e tante altre vittime che ci hanno raccontato le loro storie aspettano ancora giustizia

È ancora bagarre sul “revenge porn”. Alla Camera dei Deputati si scatenata una battaglia sul tema, quando la seduta che doveva votare l'esame del ddl “codice rosso” per la tutela delle vittime della violenza domestica e di genere è stata sospesa e rinviata.

A scatenare le polemiche le deputate di Forza Italia, seguite poi da quelle di FdI, Pd e Leu , che hanno occupato i banchi del governo. La scintilla è stato il rifiuto della maggioranza giallo-verde di inserire nel ddl da votare alcune norme specifiche per la prevenzione e la repressione del fenomeno del “revenge porn”, con un voto segreto passato per 14 voti contrari.

A opporsi all’inserimento nel ddl dell’emendamento sul revenge porn Lega e Cinque Stelle, che con la relatrice Stefania Ascari hanno spiegato: “Una proposta di legge è già incardinata in Senato e un mero emendamento non può risolvere la questione. Una risposta frettolosa potrebbe rilevarsi inefficace“. 

Del “revenge porn”, ovvero la diffusione in Internet e sulle chat di messaggistica, da parte di ex, di immagini e video intimi con l’obiettivo del ricatto, noi de Le Iene vi abbiamo parlato più volte. Innanzitutto attraverso il racconto della drammatica vicenda di Tiziana Cantone, che è diventata la donna simbolo di questa battaglia. La 31enne napoletana si è tolta la vita il 13 settembre del 2016, dopo che numerosi suoi video hard erano stati diffusi in rete.

La mamma di Tiziana ha detto a Roberta Rei, nel servizio che vi riproponiamo qui sotto: “Devo dare a mia figlia quella giustizia che non ha avuto in vita, quell’oblio che ha dovuto cercare con la morte. Il suo gesto per me è l’ultima denuncia che ha fatto mia figlia, come a dire: adesso mi credete? Adesso volete muovervi a fare qualcosa?”

Anche Veronica Ruggeri si era occupata di “revenge porn”, andando ad intervistare alcune vittime di questo reato odioso. “Non dormivo più, non mangiavo più, ho perso 16 chili”, ci racconta una ragazza. “Ho pensato: ok, adesso la mia vita è finita”.

A questa donna l’ex, con cui aveva rotto, ha detto esplicitamente: “Eh sai, io ho queste tue foto, questi tuoi video: se non ci vediamo per chiarire io li mando a tuo padre e a tua madre, oppure li metto su Internet”.

Le fotografie sono state fatte durante e dopo il sesso,  in quei momenti in cui c’era fiducia, c’era abbandono”, racconta un’altra giovanissima vittima. “Diceva ‘quanto sei bella, aspetta ti faccio una foto’” e quel momento bello io l’ho visto sbattuto in faccia a  80mila persone".

“Qualcuno ti fissa, la prima cosa che pensavo era che questo avesse visto le foto: io andavo in panico”, aggiunge un’altra.

Tutte queste immagini e questi video poi finiscono in rete in un file molto particolare, il cui link spesso viene mandato per posta elettronica. Un file, ci spiega un esperto di internet, in cui converge tutto il peggio che la rete può esprimere in termini di sesso, dalla pedopornografia alla pornografia più spinta, sino a raccolte di immagini in cui si trovano appunto nomi e cognomi delle inconsapevoli vittime. 

Un validissimo motivo, crediamo, per superare le rivalità politiche e approvare quanto prima una legge che tuteli finalmente tutte queste vittime. Mentre un altro esperto ci spiega intanto, nel servizio di Veronica Ruggeri, come ci si può intanto difendere.

Guarda qui sotto i servizi delle due Iene sul Revenge Porn.

 

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