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“Modello Riace”, contrordine: la Cassazione “riabilita” Mimmo Lucano

I giudici, chiamati a decidere sulla custodia cautelare dell’ex sindaco di Riace, smontano le accuse su matrimoni combinati e affidamento irregolare degli appalti per i rifiuti. Ora si attende che il Gup decida se rinviarlo a processo. Con Nina Palmieri vi abbiamo raccontato il suo modello di integrzione

Nessun indizio provato di colpevolezza sugli appalti per la raccolta dei rifiuti e sui matrimoni combinati.

La Cassazione riabilita Mimmo Lucano, il sindaco pro-accoglienza di Riace, in Calabria, sospeso dalla sua carica e costretto all’esilio dal suo amato paese.

La pubblicazione delle motivazioni della sentenza con cui lo scorso febbraio a Lucano era stato revocato il divieto di dimora restituiscono giustizia ad un uomo che era diventato il simbolo della battaglia per l’accoglienza in Italia dei migranti, con il suo “modello-Riace” di accoglienza “diffusa”.

Per i giudici dunque non c’è nessun ombra sulle procedure di affidamento dei servizi per la raccolta urbana dei rifiuti alle cooperative L’Aquilone e Ecoriace. Smontate anche le accuse sull’organizzazione di matrimoni di comodo per favorire la permanenza in Italia di immigrate prive dei requisiti per restare nel nostro Paese.

Per la Cassazione restano tuttavia "elementi di gravità indiziaria" sul fatto che l’ex sindaco avrebbe favorito la permanenza nel nostro paese della compagna Lemlem, anche se, spiegano i giudici, va tenuta in debito conto la relazione affettiva che esisteva tra i due.

A questa pronuncia della Cassazione, che riguarda le esigenze di custodia cautelare di Lucano, seguirà tra pochi giorni la decisione del Gup, che valuterà se mandare a processo l’ex sindaco sulla base della richiesta di rinvio a giudizio della procura.

Del “modello Riace” ci siamo occupati fin dal novembre 2014 anche noi de Le Iene con un servizio di Nina Palmieri che vi riproponiamo in alto.

Il 19 novembre 2014 abbiamo raccontato infatti il “modello Riace” in un paese della Locride di duemila abitanti, da cui molti giovani fuggivano verso il Nord e che restava abitato soprattutto da anziani. Lucano punta su “un centro di accoglienza diffuso nel paese”, ripopolando le case abbandonate e cercando di dare accoglienza e integrazione vera ai migranti di ogni etnia e provenienza.

Lucano è finito ai domiciliari nell’operazione “Xenia” (in greco antico “ospitalità”) della Guardia di Finanza. La procura di Locri lo accusava, come abbiamo detto, anche di fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. È stato deciso pure il divieto di dimora per la sua compagna Tesfahun Lemlem.

Smontate dal gip invece le contestazioni più gravi di malversazione, truffa ai danni dello Stato e concussione, a un anno dalla perquisizione che aveva subito e dal suo interrogatorio. Si contestavano i bonus e le borse lavoro per i migranti: "Superficialità ma nessun reato sulla gestione dei soldi".

Il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina riguarda, sostenevano i magistrati, “la particolare spregiudicatezza del sindaco Lucano, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, nell’organizzare veri e propri ‘matrimoni di convenienza’ tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano”.

Agli atti ci sarebbero alcune intercettazioni da cui emergerebbe che Lucano si è adoperato in prima persona per organizzazione di matrimoni “di comodo”. Non si parla mai di soldi. Lucano del resto non ha mai nascosto la sua “disobbedienza civile”.

L’unica intercettazione che finora era emersa sulla stampa è questa: "Sai qual è secondo me l'unica strada percorribile? Volendo spremere le meningi, che lei si sposa! come ha fatto Stella. Stella si è sposata con Nazareno. Sono responsabile dell'ufficio anagrafe, il matrimonio te lo faccio immediatamente con un cittadino italiano ... guarda come funziona Daniela, se lei ... però dobbiamo trovare un uomo che è libero come stato civile ... divorziato si ...".

Il “modello Riace” è diventato un simbolo dell’accoglienza, anche all’estero: la rivista americana Fortune ha inserito il sindaco fra i 30 uomini più importanti del mondo. In suo favore si è schierato con forza lo scrittore antimafia Roberto Saviano. Dure e ripetute invece le critiche del ministro dell’Interno Matteo Salvini, vicepremier e segretario della Lega, che aveva commentato così su Twitter il suo arresto: “Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati!”. 

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