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Clima, 2018 anno più caldo dal 1800: cosa fare per non finire sott'acqua

Italia già mezza sott’acqua nel 2030 (Milano, Roma e Venezia comprese)? Dopo aver registrato l’anno più caldo degli ultimi 220 anni, ecco con Nadia Toffa cosa rischiamo con il riscaldamento globale. E cosa può fare ognuno di noi per combatterlo

Il punto di non ritorno è ormai vicinissimo e corriamo il rischio di superarlo, assieme al nostro pianeta. E non è una questione che riguarda ghiacciai o continenti lontani: il 2018 è stato l’anno più caldo dal 1800 a oggi per l'Italia. Il riscaldamento globale, di cui vi abbiamo parlato recentemente con un servizio di Nadia Toffa, è qui e ora e minaccia la vita degli esseri umani e di tutti gli esseri viventi sulla Terra per come l’abbiamo conosciuta finora.

L’aumento delle temperature medio l’anno scorso è stato di 1,58 gradi rispetto alla media del periodo periodo di riferimento (1971-2000), superando il record precedente del 2015 (+1,44°). Il Consiglio nazionale delle ricerche Isac di Bologna fa sapere anche che, a parte febbraio e marzo, in tutti gli altri mesi del 2018 l’aumento è stato costantemente superiore a un grado centigrado: record ad aprile, il più caldo dal 1800, con +3,5°. E la tendenza è costante e allarmante: tra i 30 anni più caldi dal 1800 a oggi, 25 sono successivi al 1990.

Nel suo servizio, di cui vedete sopra un estratto e che vi riproponiamo integralmente qui sotto, Nadia Toffa ha parlato dei pericoli che corriamo continuando così e di cosa si può fare per evitarli con Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate, una delle prime persone al mondo ad aver parlato di cambiamento climatico.

Per migliaia di anni la temperatura sulla Terra è rimasta invariata. Con la seconda rivoluzione industriale, nella seconda metà dell'Ottocento, ha iniziato a salire. Colpa dell’uso dei combustili fossili, ovvero petrolio, carbone e gas, che hanno rivoluzionato sì le nostre vite e ma che ci presentano ora un conto salatissimo. Le grandi industrie, le centrali elettriche ma anche la nostra auto producono continuamente gas serra, come l’anidride carbonica, che bloccano il rilascio nell’atmosfera del calore terrestre e fanno aumentare le temperature sul nostro Pianeta.

La Terra si è riscaldata già di un grado e ne vediamo i primi effetti anche da noi: piogge modello uragano, invasioni di meduse e di insetti tropicali, come la zanzara che ha portato la pericolosa febbre del Nilo. Ma è il futuro a preoccupare di più: i ghiacciai delle Alpi sotto i 3.600 metri, per esempio, sono destinati a scomparire in questo secolo.

Eppure siamo stati più che avvertiti. “Abbiamo affrontato la questione in modo veramente stupido, abbiamo un problema enorme e non ce ne stiamo occupando”, racconta Molteni. Si rischia che il fenomeno sia irreversibile: “Nel 2015 siamo entrati in una nuova era climatica: se anche smettessimo di produrre CO2, resterebbe nell’atmosfera quella già prodotta in eccesso che dovremmo pompare e portar via dall’aria per stoccarla sotto terra, con costi altissimi. Nel frattempo dobbiamo comunque riconvertirci alle energie rinnovabili il prima possibile”.

Se non lo facciamo, proprio noi italiani siamo tra i più a rischio. Con l’innalzamento dei mari, il Mediterraneo potrebbe crescere di un metro e far finire vaste aree sott’acqua: mezza Puglia, gran parte della Toscana, Roma, Venezia e tutta la Pianura Padana, Milano e Venezia comprese. L’Onu avverte che il riscaldamento di 1,5 gradi che ci aspettavamo entro il secolo, potrebbe avvenire entro 12 anni. Lo scenario precedente potrebbe avverarsi per la nostra Penisola quindi entro il 2030 e non entro il secolo, come si prevedeva prima. Senza contare fenomeni globali dalle conseguenze enormi come i 150 milioni di migranti ambientali in Europa e lo lo scioglimento dell’area di ghiaccio attorno al Polo Nord.

Possiamo però ancora prevenire il peggio, il punto di non ritorno, ma bisogna intervenire subito. La palla passa in mano solo ai potenti? No, anche noi possiamo fare qualcosa, tutti i giorni. Usare i mezzi pubblici, riscaldare la propria casa non a 25° ma mantenersi a 19°, scegliere solo energie rinnovabili. Questi tre semplici comportamenti valgono quanto le scelte dei governanti.

Guarda qui sollo il servizio completo “Cambiamento climatico: il punto di non ritorno” di Nadia Toffa.

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