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“Morabito può tornare in Italia”: sì all'estradizione del “re della cocaina'”

Il boss della ‘ndrangheta, arrestato nel 2017 dopo una latitanza di 23 anni, potrebbe tornare presto in Italia, dove lo attende una condanna a 30 anni per associazione a delinquere e traffico di droga. Dall’Uruguay, dove eravamo andati a cercarlo con Giulio Golia

Rocco Morabito può essere estradato in Italia. Lo ha confermato, stando a quanto riportato dall’Ansa, un tribunale penale di appello di Montevideo, in Uruguay.

Il boss della ‘ndrangheta, condannato in Italia a 30 anni di carcere per associazione mafiosa e traffico di droga (era stato sorpreso a pagare 13 miliardi di lire per un carico di droga di quasi una tonnellata) è considerato “most wanted” negli Stati Uniti.

Morabito, arrestato in Uruguay nel 2017 dopo 23 anni di latitanza e oggi agli arresti per una vicenda di falsificazione di documenti, è una vecchia conoscenza de Le Iene.

Avevamo parlato di lui, il “re della cocaina” a Milano negli anni 90, nell’ottobre del 2017, subito dopo il suo arresto. Giulio Golia era andato a Punta del Este, la “Monte Carlo del Sud America”, per cercare tracce di quella sua lunga latitanza.

Eravamo andati a cercare la moglie del boss nella stupenda villa con piscina costruita nella zona più esclusiva del paese, ma avevamo potuto parlare solamente con un vicino di casa, che ci aveva detto: “era un vicino come tutti gli altri, educato, tranquillo”.

E un altro vicino ci aveva raccontato: Arrivava e andava via su un mercedes bianco, sequestrato dalla narcotici” e poi aveva aggiunto “è pieno di questa gente a Punta del Este, si piazzano tutti qua. L’anno scorso a due isolati da qui hanno preso il messicano, Gerardo Gonzales Valencia, fratello del potentissimo capo del cartello di droga Los Cuinis”.

E avevamo anche capito perché Punta del Este era stata scelta da molti latitanti internazionali: “Non c’è nessuna frontiera, entri in Brasile senza passare da immigrazione o dogana. E a meno di un chilometro c’è l’aeroporto internazionale che ti porta in Brasile, in Cile e a Buenos Aires”, aveva spiegato a Giulio Golia un giornalista locale.

E per capire davvero come il Paese fosse diventato una meta di diversi latitanti internazionali, Giulio Golia si era finto un boss italiano interessato ad acquistare una proprietà immobiliare in quella zona. Quando all’agente immobiliare aveva chiaramente fatto capire di avere un “nome molto particolare”, e di volere addirittura scavare sottoterra per realizzare un bunker, lei non aveva battuto ciglio. 

Per il pagamento? Anche in nero, aveva aggiunto l’agente immobiliare, ma il problema era solo come fare entrare i soldi in Uruguay. “Ma se avete un conto all’estero si può fare tutta la transazione attraverso i conti esteri”, aveva aggiunto la donna, chiudendo con una frase assolutamente inequivocabile: “L’Uruguay è sempre stato un paradiso per i compratori che avevano fondi neri, perché si potevano fare entrare i soldi senza giustificarli”. Un paradiso che però adesso per Rocco Morabito sembra avere le ore contate.    

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