Rolex contraffatti: tarocco anche il suo grado militare?
Secondo quanto riportato in una vostra segnalazione il "maresciallo", beccato da Andrea Agresti a vendere finti orologi Rolex, avrebbe anche millantato un grado da maresciallo che in realtà non ha
Di “tarocco” non aveva solo i Rolex, ma forse anche il suo grado nella Marina militare.
Parliamo del “maresciallo” beccato da Andrea Agresti a vendere attraverso annunci su internet orologi della prestigiosa marca, a meno del 3% del loro valore. Orologi ovviamente contraffatti, come lo stesso militare aveva confermato all’acquirente, non sapendo di essere ripreso da telecamere nascoste.
A spiegarci che l’uomo non sarebbe un maresciallo ma un graduato, e per l’esattezza un “sottocapo di 1^ classe scelto” è stato un nostro telespettatore, che ci ha mandato l’email che potete vedere qui sopra.
A contattare Andrea Agresti, che era poi andato a trovare il "maresciallo", era stato un ragazzo con la passione per gli orologi, che su Internet aveva trovato un annuncio molto appetibile sulla vendita di un Rolex usato. Un orologio che normalmente costerebbe circa settemila euro era offerto a meno di 200.
Il ragazzo s'insospettisce ma dall’altra parte il venditore gli dice di stare tranquillo perché lui è una persona fidata: un maresciallo della Marina militare, per l’appunto.
Così, il ragazzo diventa nostro complice e va a casa del maresciallo per visionare la merce e la fa vedere pure a noi visto che indossa le nostre micro camere. A quel punto il sospetto che si tratti di merce contraffatta diventa una certezza, perché è lo stesso “maresciallo” a dircelo. Si vanta pure della precisione con cui viene riprodotto ogni dettaglio del Rolex, dell’importanza dei suoi clienti, dei soldi che riesce fare con questo business illegale e ribadisce che lui può perché un maresciallo della Marina “chi cazzo lo controlla?”.
A controllarlo però è Andrea Agresti, che all’improvviso sbuca fuori e si unisce all’incontro: ma a questo punto l’uomo abbassa i toni.
La Iena lo fa scusare e lo invita a lanciare anche un appello: “La contraffazione e la ricettazione sono attività illegali che devono essere combattute, non alimentate”.