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Sangue infetto, 10 imputati assolti dall'accusa di omicidio colposo plurimo

Duilio Poggiolini è stato assolto assieme ad altri 9 imputati perché “il fatto non sussiste” e non è emerso dal dibattimento un nesso causale tra l’immissione di plasmaderivati prodotti dal gruppo Marcucci e la morte delle 9 persone i cui familiari si sono costituiti parte civile. Con Roberta Rei ci siamo occupati dello scandalo del sangue infetto, incontrando vittime e familiari

Sono stati assolti perché “il fatto non sussiste” i dieci imputati a processo per lo scandalo delle morti che sarebbero state causate da trasfusioni di sangue infetto. Tra gli assolti, oltre a ex manager e tecnici del Gruppo Marcucci, c’è anche Duilio Poggiolini, che negli anni ’90 era direttore generale del servizio farmaceutico del ministero della Sanità.

Uno scandalo, quello del sangue infetto, che vi abbiamo raccontato con Roberta Rei (nel servizio che vedete qui sopra) e che risale agli anni ‘70 ‘80 e ’90, quando alcune case farmaceutiche immettono nel marcato flaconi di plasma e emoderivati infettati con i virus dell’Hiv, cioè dell’Aids, e dell’Hcv, cioè dell’Epatite C. Milioni di persone vengono infettate in tutto il mondo, in Italia si calcola che siano almeno 120mila.

I dieci imputati sono stati assolti dall’accusa di omicidio colposo plurimo, perché secondo l’accusa “non può pagare il solo Duilio Poggiolini per falle dell’intero sistema sanitario”. Il pm sottolinea anche che le aziende del Gruppo Marcucci coprivano solo il 7% del mercato dei plasmaderivati in Italia. Non è inoltre emersa dal dibattimento la prova del nesso causale tra l’infusione dei plasmaderivati prodotti dal gruppo Marcucci e la morte delle 9 persone emofiliache i cui familiari si sono costituiti parte civile. Si chiude così al Tribunale di Napoli una vicenda iniziata molti anni fa a Trento.

Con Roberta Rei abbiamo incontrato alcune delle persone che hanno contratto Hiv e Epatite C in seguito a trasfusioni e anche alcuni familiare di chi non ce l’ha fatta. “Aveva 11 anni quando le analisi del sangue hanno evidenziato un’infezione da Hiv”, racconta la sorella di Gaetano, nato emofilico e morto a 23 anni dopo aver preso con le trasfusioni l’Hiv e l’Epatite B e C. “Ti chiedi perché, dice la sorella. Perché te Stato invece di curarlo lo ammazzi?”.

Germano invece è nato sano. Poi un giorno va in ospedale per un’antitetanica e ne esce con l’Hiv. Aveva 20 anni. “Nel 2009 con una sentenza il magistrato accerta il nesso di causalità tra l’antitetanica fatta il 18 agosto 1993 e l’infezione da Hiv”, racconta alla Iena. 

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