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I soldi delle tasse a chi inquina: 19 miliardi per distruggere l'ambiente

L’Italia concede più sgravi fiscali a chi contamina l’ambiente rispetto a chi lo protegge. Luca Mercalli a Iene.it: “Diamo quel denaro a chi compra macchine elettriche o installa pannelli solari”

L’Italia aiuta di più chi inquina rispetto a chi protegge l’ambiente. L’allarme arriva dall’Osservatorio sui conti pubblici diretto da Carlo Cottarelli, che ha analizzato i dati del ministero dell’Ambiente sui sussidi fiscali concessi dallo stato che hanno un impatto sull’ambiente. E le notizie non sono confortanti.

In totale sono 161 gli aiuti fiscali che hanno un effetto sull’ambiente, per un valore di 41 miliardi di euro. Di questi solo 15,2 miliardi vanno a favore di attività “green”, mentre 19,3 sono destinati a sussidi dannosi. I restanti 6,6 sono invece considerati di impatto “incerto”.

Alcuni di questi incentivi sembrano incredibili: 500 milioni sono destinati ai fertilizzanti, senza l’obbligo che siano privi di pesticidi pericolosi. Altri 700 milioni vanno in sgravi per l’utilizzo dell’acqua, che disincentivano al risparmio delle risorse idriche. Quasi 100 milioni sono destinati agli allevamenti, che hanno però un impatto negativo: “Quelli di bovini producono emissioni di metano e protossido di carbonio, che sono molto inquinanti”, si legge nel rapporto.

In ballo ci sono interessi e cifre enormi: basterebbe in teoria cancellare tutti i sussidi inquinanti per evitare l’aumento dell’Iva. L’osservatorio suggerisce vari motivi per tagliare questa spesa: meno danni all’ambiente, migliore salute pubblica, più denaro disponibile per la ricerca sull’energia pulita. Oppure maggiori fondi da destinare alla sicurezza sociale, ad esempio a favore delle scuole o delle pensioni, o alla ricerca scientifica.

A Iene.it il meteorologo Luca Mercalli esulta: “Sono quindici anni che denunciamo queste cose, fa piacere che finalmente siano stati diffusi i dati: così è possibile avere un quadro preciso di cosa si può tagliare”.

Si può pensare di tagliare subito tutti gli sgravi? “Per l’ambiente sarebbe bene cancellare tutto". Ma il meteorologo precisa che "bisogna anche considerare l’impatto sul piccolo produttore: per esempio il costo aggiuntivo per l’acquisto di gasolio dovrebbe essere caricato sul petroliere, non sull’agricoltore. Bisogna fare attenzione a non colpire le fasce più deboli della produzione”. Quale sarebbe quindi un metodo efficiente per utilizzare il denaro risparmiato? “Un buon esempio sono gli ecobonus: si potrebbe sostenere chi decide di spendere per acquistare una macchina elettrica, oppure i risanamenti delle abitazioni e l’installazione di pannelli solari”, conclude Mercalli. Un modo sicuramente più intelligente di spendere i soldi dei cittadini.

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