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Spiagge ai privati senza gara: l'Ue vuole multare l'Italia

L’Unione europea starebbe per avviare una procedura di infrazione contro il nostro paese. Sotto accusa la proroga al 2034 senza gara pubblica delle attuali concessioni per gli stabilimenti balneari, voluta dal governo Conte. Filippo Roma ci aveva mostrato spiagge e stabilimenti extra lusso che pagavano ridicoli canoni di affitto

Cancellare subito la proroga di 15 anni data alle concessioni degli stabilimenti balneari italiani dal governo Conte. Altrimenti si rischia una procedura d'infrazione dell’Unione europea, ovvero una multa salatissima che ovviamente toccherebbe le tasche di tutti gli italiani.

Il quotidiano La Repubblica racconta che ci sarebbe un carteggio tra il governo italiano e la Commissione, dal quale emergerebbe la volontà dell’Europa di sanzionare il nostro paese.

Sotto accusa la decisione del governo Conte di prorogare le attuali concessioni, quindi senza alcuna gara pubblica, sino al 2034. Una decisione che adesso l’Ue ritiene contraria alla cosiddetta direttiva Bolkestein, approvata nel 2006 per favorire una reale concorrenza nel settore delle concessioni pubbliche.

Concessioni demaniali come quelle per le spiagge italiane, di cui noi de Le Iene vi avevamo parlato nel servizio di Filippo Roma (che potete vedere qui sopra).

Già nel 2016 una sentenza della Corte di giustizia europea aveva confermato che le concessioni delle spiagge rientravano a pieno titolo in questa direttiva.

E la situazione sulle nostre spiagge, come ci ha raccontato nel suo servizio Filippo Roma, arriva a toccare vette di surrealismo.

Eravamo andati con la Iena in diversi stabilimenti balneari italiani, scoprendo che dietro quelli più lussuosi si nascondono canoni d'affitto bassissimi.

E quando Filippo Roma era andato dal ministro del Turismo Gian Marco Centinaio a chiedergli il perché di questo regalo ai balneari, lui aveva risposto così: "Io volevo dare trent'anni di proroga della concessione agli stabilimenti balneari". Il ministro aveva parlato di un non meglio precisato "aumento dei canoni di concessione" ma quando Filippo Roma gli aveva chiesto “Quando diventerà legge l'aumento?", lui aveva detto solo: “Al momento opportuno".

Vi avevamo raccontato di una realtà a tratti imbarazzante, soprattutto se confrontata con quella di molti altri paesi europei.  

La media italiana dei canoni d’affitto per gli stabilimenti balneari è infatti di 1 euro e 50 centesimi all'anno per metro quadro, per le parti coperte, e 0,88 centesimi per le parti scoperte! In sostanza l’affitto richiesto ai gestori, che da anni si passano le concessioni di padre in figlio e senza nessuna gara pubblica, pesa solo per lo 0,19% sul loro fatturato.

Nel resto d'Europa invece i prezzi sono ben altri. Pensate che in Francia, ad esempio, le concessioni arrivano anche a 39 euro al metro quadro all'anno, quasi 25 volte le nostre. E in Spagna ci sono spiagge che fanno guadagnare alle casse dello Stato oltre 4 milioni di euro l’anno.

Filippo Roma ha fatto un giro di alcuni stabilimenti italiani, andando a scoprire situazioni davvero vergognose.  Come in Costa Smeralda, ad Arzachena, dove la concessione di una bellissima spiaggia data in esclusiva a un noto albergo costa 500 euro all’anno, mentre alloggiare in una delle sue stanze costa 2000 euro a notte!

L’Italia dunque sino ad oggi è andata contro le regole europee, che impongono di assegnare  le concessioni balneari con bandi pubblici. E almeno le pagassero, quelle concessioni, perché tanti gestori risultano addirittura morosi verso lo Stato. E talvolta dietro la gestione dei lidi si nasconde anche la criminalità organizzata, come le famiglie degli Spada e dei Casamonica. E anche a Massimo Carminati, tra i protagonisti di Mafia Capitale, era infatti stato  sequestrato uno stabilimento balneare a Fiumicino.

Ora la probabile procedura di infrazione promessa dall’Europa contro l’Italia potrebbe forse dare la scossa, all’interno del governo, perché qualcosa cambi davvero. Possibilmente in meglio per le casse dello Stato. 

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