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Terremoto delle Marche: chi ha costruito le “casette marce” ora chiede i danni alla Regione

Case costruite in fretta e male, ma adesso il Consorzio Arcale chiede 65 milioni di euro di risarcimento alla Regione Marche: “ci avete rallentato”

Il danno e la beffa: il Consorzio Arcale, incaricato della costruzione delle casette del dopo terremoto marchigiano, chiede 65 milioni di euro di risarcimento alla regione Marche. 

Alle ore 3,36 del 24 agosto 2016 un terremoto di magnitudo 6.0 scuote vaste zone del centro Italia, un sisma che ha per epicentro i comuni di Accumoli e Arquata del Tronto, tra le province di Rieti e Ascoli Piceno.

Una scossa potentissima, che dura oltre due minuti e mezzo e che provoca la morte di quasi 300 persone. Due mesi dopo, il  26 ottobre 2016 due nuove scosse di 5.9 e 5.4. colpiscono la zona del maceratese, provocando numerosi crolli e feriti.

Una situazione già devastante, a cui si aggiunge un nuovo sisma solo 4 giorni dopo, quando un terremoto potentissimo di 6.5. colpisce la zona di Perugia e di Norcia, dove crolla buona parte della storica Basilica di San Benedetto.

Nei mesi successivi e per tutto l’inverno la popolazione locale di quest’ampia zona del centro Italia  è costretta a vivere nel fango e al freddo, nelle tende e nei campi organizzati dalla macchina dei soccorsi della Protezione Civile.

Noi de Le Iene eravamo andati nella zona del cratere del sisma del centro Italia a novembre del 2018, e vi avevamo raccontato la vicenda assurda delle “casette marce” installate nel Maceratese.

Roberta Rei aveva parlato con operai addetti alla costruzione delle casette e con cittadini colpiti dal sisma, e tutti avevano raccontato le degradanti condizioni in cui versavano le “SAE”, le casette per ospitare i terremotati. Difetti evidenti e imbarazzanti, che avevano costretto molti cittadini del maceratese a  spostarsi negli alberghi della zona e lungo la costa adriatica.

Una ricostruzione che era costata alle casse dello Stato (cioè a noi cittadini) un miliardo e 188 milioni di euro, per poi trovarsi a vivere in case invase da acqua e muffa.

Fretta e imperizia, a quanto pare, perché un operaio addetto alla costruzione di quelle stesse casette aveva fatto a Roberta Rei una rivelazione sconvolgente: “venivamo pressati per concludere nel minor tempo possibile. E così abbiamo montato i pannelli con le fessure tra uno e l’altro, e molto spesso non abbiamo completato le lavorazioni perché non facevamo in tempo. E si montavano i pannelli anche bagnati, perché non c’era un posto per lo stoccaggio dei materiali, e quindi venivano lasciati sotto la pioggia e la neve. Casette che sono arrivate a costare anche 5 mila euro al metro quadro”.

E l’inviata de Le iene era allora andata a sentire proprio il presidente di quel Consorzio Arcale responsabile della costruzione delle casette, Giorgio Gervasi, oltre a all’assessore responsabile della Regione Marche e al capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli, che aveva ammesso: “difetti di costruzione di qualche casetta, dovuto alla mancanza di controlli durante il montaggio”.

Il danno e la beffa dicevamo, perché è notizia di queste ore che il consorzio Arcale avrebbe intentato un’azione legale di risarcimento nei confronti della Regione Marche, a cui adesso chiede i danni. Secondo il consorzio, ci sarebbero stati una lunga serie di ostacoli posti da alcuni enti pubblici tali da rallentare i lavori per la costruzione delle casette nel cratere marchigiano del sisma.  “La reputazione del Consorzio è frutto di una storia di anni, di lavori eseguiti nelle condizioni più difficili e talvolta avverse – spiega un comunicato ufficiale -  ma sempre apprezzati dai committenti, pubblici o privati che fossero. Questa immagine è stata ferita dalle iniziative di soggetti come la Regione Marche, nonostante la disponibilità incondizionata del Consorzio a risolvere le poche problematiche emerse, quasi tutte risolvibili e risolte con soddisfazione degli utenti". 

Oltre a non essere stati capaci di costruire le casette, non hanno nemmeno rispetto dei terremotati – ha dichiarato  Angelo Sciapichetti, assessore regionale alla Protezione civile –. Un comportamento vergognoso, ingiustificabile”.

E solo poche settimane fa un'altra beffa, con il consorzio Cosmari che aveva annunciato lo stop alla raccolta delle macerie nella zona del  Maceratese e dell’Ascolano, a seguito del presunto ritrovamento di amianto.

 

 

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