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Tiziano Renzi e la Nigeria: da Evans al “traffico di influenze” | VIDEO

Nell’indagine a carico del padre dell’ex premier Matteo Renzi, spunta un cellulare intestato aun cittadino nigeriano. Tiziano Renzi non ha mai avuto molta “fortuna” con la Nigeria, come ci ha raccontato Filippo Roma con la storia di Monday e Evans, due dipendenti nigeriani che papà Renzi non vuole pagare per il loro lavoro di strilloni

Il “rapporto” tra Tiziano Renzi e la Nigeria? Molto stretto, suo malgrado, almeno a giudicare dalle carte dell’inchiesta che a Firenze vedono coinvolto il padre dell’ex premier e fondatore di Italia Viva Matteo Renzi.

È il quotidiano “La Verità” a ripercorrere i retroscena di questo strano legame, che emergerebbero dall’inchiesta sul presunto “traffico di influenze illecite”. Un’inchiesta che arriva a pochi giorni dalla condanna di Tiziano Renzi e dalla moglie Laura Bovoli a un anno e nove mesi per fatture false.

Nel decreto di perquisizione a carico del padre di Renzi verrebbe citato un cellulare utilizzato per commettere i presunti reati di traffico di influenze. Un cellulare intestato, per l’appunto, a un cittadino nigeriano.

Noi de Le Iene vi abbiamo parlato per la prima volta dei “guai nigeriani” di Tiziano Renzi. Con la Iena Filippo Roma vi  abbiamo infatti raccontato la vicenda di alcuni suoi dipendenti nigeriani, che da tempo aspettano di essere pagati per la loro attività di distributori di giornali (nel servizio che potete rivedere sopra).

Siamo partiti dalla storia di Alari Monday, un ragazzo che dovrebbe avere 15.000 euro dalla Arturo srl (avendo distribuito giornali per conto della società) e che secondo una sentenza avrebbe lavorato per l’azienda di Tiziano Renzi da clandestino, e quindi senza un contratto regolare. Ma quando siamo andati proprio da Tiziano Renzi per parlargli di quella sentenza del tribunale di Genova che confermava la storia, lui l’ha liquidata come una “fake news”.

Ma la “spina” più insidiosa per il papà di Matteo Renzi, sempre proveniente dalla Nigeria, è stata la vicenda di un altro suo lavoratore, Evans Omoigui. L’uomo attende da tempo che il suo ex titolare Tiziano gli paghi circa 90.000 euro come risarcimento per ingiusto licenziamento e mancati pagamenti. Renzi si era difeso al microfono di Filippo Roma dicendo: “Della gestione non rispondevo io, ero solo il proprietario”, ma dalle carte è emerso che di quella società era anche amministratore e liquidatore. “Vengano da me, io ho sempre onorato i miei impegni”, ha risposto Tiziano Renzi.

E allora avevamo deciso di accontentarlo, e di portargli Omoigui, con tanto di tamburello e canzone composta apposta: “Io ballerò finché Renzi non mi pagherà i miei soldi. La legge è uguale per tutti”. Ma lui non l’aveva presa proprio benissimo, e ha perso subito le staffe: “Ballisti, vi levate dai coglioni?”, aveva detto, fino al “faccia di merda” rivolto proprio a Evans Omoigui.

“Renzi non mi vuole pagare i miei soldi, lo so bene”, ha dichiarato Evans al quotidiano “La Verità”. Ma non si scoraggia e ha un sogno: “Voglio aprire un sito internet con la mia musica, ma ci vogliono soldi per questi progetti”. Ma di soldi al momento ne girano davvero pochi. Evans si esibisce 6-7 ore al giorno in strada per guadagnare neanche 40 euro: “Ma anche meno: a volte 25, a volte 35 euro”. 

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