La banda dei rolex e la truffa degli assegni clonati | VIDEO
Rispondono ad annunci Internet di vendita di rolex e pagano gli orologi con assegni clonati "ad arte". Ma questa volta Antonio e compagni, all'appuntamento trovano, Le Iene con Luigi Pelazza (e i carabinieri)
“Ho inserito su internet un annuncio per la vendita di un rolex del valore di 9mila euro e sono stato contattato da un uomo di Napoli, un certo Antonio Apicella.
“Lui mi ha detto che mi avrebbe pagato con un assegno circolare, e che lo scambio lo avremmo fatto nella mia banca”. A parlare è Marco, un ragazzo che poco tempo fa ha subito la truffa dell’assegno circolare clonato.
Ma in base agli accordi con il presunto acquirente, pagamento con assegno circolare e scambio nella sua banca, aveva creduto di essere al riparo dalle truffe.
Un assegno circolare infatti è praticamente denaro contante, perché viene preparato direttamente dalla banca e, a differenza di un normale assegno, non potrà mai essere scoperto. A meno di non essere clonato, come è capitato a Marco e a decine di altre persone in tutta Italia.
Per provare a fermare questa banda, che si nasconde dietro il nome di Antonio Apicella, pubblichiamo un finto annuncio su internet per la vendita di un rolex che vale ben 19mila euro. Nel giro di pochi minuti ci risponde una persona interessata, che dice di chiamarsi proprio Antonio e spiega: “Ciao sono Antonio da Napoli, mi piace il tuo orologio. Possiamo chiudere in fretta?”
Decidiamo di fissare l’appuntamento con il presunto acquirente, al quale andrà sempre Marco, proprio nella stessa banca in cui era stato truffato la prima volta.
Pochi minuti prima che arrivi Antonio ecco comparire un giovane con la barba, il palo, che passa più volte davanti alla vetrina della banca, per controllare se sia tutto in ordine.
Arriva Antonio, anche se il suo aspetto è molto diverso dalla foto dei documenti dell’uomo che ha truffato Marco la prima volta. I due entrano in banca per lo scambio, mentre il palo continua a fare avanti e indietro, controllando probabilmente che non ci sia polizia in giro.
All’interno della banca tutto procede secondo quanto abbiamo previsto, con Antonio che esibisce il suo assegno circolare. Dobbiamo spiegarvi che la truffa, per potersi compiere, ha bisogno di un complice in banca, che fornisca al truffatore i numeri di serie regolari di veri assegni circolari, sui quali poi la banda mette i dati che serviranno. In pratica, creano un assegno circolare clonato.
Quando la banca del truffatore verrà chiamata dalla banca del truffato, questa non potrà che confermare che quel numero di serie corrisponde ad un assegno circolare regolare. E solo quando l’assegno verrà materialmente mandato allo sportello, sarà possibile capire che è stata una truffa. Troppo tardi per i truffati.
All’improvviso Marco decide di svelare al truffatore che ha già subito questo “pacco” e gli dice: “Mi avete fottuto già due mesi fa un orologio da 9mila euro, quindi oggi tu non becchi niente”.
È il momento per Luigi Pelazza di avvicinare gli uomini della banda, ma mentre il giovane palo riesce a darsela a gambe Antonio, che cammina con un bastone, non può fuggire. “Andate via, non ho fatto nessuna truffa” riesce solo a dire, cercando di coprirsi il viso con la felpa che indossa.
Ma, fatti pochi metri, i carabinieri, ai quali avevamo spiegato dell’incontro organizzato in banca, lo avvicinano e lo portano in caserma, dove l’uomo verrà arrestato perché in possesso di un documento falso.