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Vannini, Speciale Iene/3: un colpo d'aria e un attacco di panico? | VIDEO

Dopo lo sparo: Antonio Ciontoli parla di un "colpo d'aria" partito dalla pistola, Marco poi sarebbe stato preso da "un attacco di panico". Tutti dicono di averci creduto. Terza parte dello speciale con Giulio Golia e Francesca Di Stefano

È credibile la storia del "colpo d'aria"?

Nella prima parte di questo speciale vi abbiamo parlato di indagini e soccorsi in ritardo, nella seconda del colpo di pistola mortale e dell'ipotesi di una lite tra fidanzati la sera della tragedia. Qui ci concentriamo sui momenti subito successivi al colpo di pistola.

Secondo le dichiarazioni rese in aula, subito dopo lo sparo i Ciontoli corrono in bagno. Prima Martina e poi subito dopo Federico. Tutti all’inizio si dicono convinti della versione che sarebbe stata data loro dal padre, ovvero quella di un colpo d’aria partito a seguito di una bolla presente nella pistola. E di avere sentito un botto attutito, soffocato.

Martino Farneti, esperto di balistica forense, sostiene: “È una grossa bugia. Il botto è veramente forte, siamo nell’ordine di oltre i 110-115 decibel, che poi aumenta all’interno di una stanza. In un ambiente chiuso per almeno 2-3 minuti si sente un ronzio nell’orecchio fortissimo”. E quello che dice ce lo dimostra proprio sparando un colpo di pistola con lo stesso modello di arma che ha ucciso Marco. Il botto, all’aperto, credeteci, è davvero forte. Figuriamoci allora ciò che devono avere sentito i Ciontoli all’interno di una stanza!

Dopo lo sparo i vicini cominciano sentire più volte salire e scendere le scale interne, una gran confusione assolutamente insolita. Il momento, forse, in cui Federico avrebbe messo in sicurezza le pistole, spostandole dal bagno fino a sotto il suo letto.

Federico in aula ha raccontato di essersi trovato al momento della chiamata al piano terra, e poi di aver salito le scale per passare la cornetta alla mamma. Ma, come sentiamo proprio dall’audio originale di quella chiamata di soccorso, sono passati davvero pochissimi secondi: difficilmente in questo intervallo di tempo il ragazzo può essere passato da un piano all’altro. Dove si trovava allora, davvero, Federico?

Marco, che per tutti era semplicemente spaventato da quel colpo d’aria, viene portato nella camera da letto di papà Antonio. Federico in aula dice di aver chiesto più volte a suo padre di chiamare i soccorsi, ma lui avrebbe risposto di non preoccuparsi, che ci avrebbe pensato lui. Venti minuti dopo lo sparo, Federico chiama per la prima volta il 118. “C’è un ragazzo che si è sentito male e di botto è diventato bianco”, spiega all’inizio Federico al telefono, “respira male.”

Ma quando l’operatrice del 118 chiede di parlare con il padre, Federico inspiegabilmente passa la cornetta alla mamma. Che subito dopo annulla la telefonata, dicendo che non serve più.

E come è possibile che i figli e la moglie di Antonio Ciontoli, come hanno raccontato in aula, non si siano resi conto subito che si era trattato di un colpo di arma da fuoco e non di un “colpo d’aria”?

“Non si vedeva niente”, ha spiegato la moglie di Antonio, Maria Pezzillo. “Io non avevo visto il buco”, gli ha fatto eco il figlio Federico. “Quando sono entrato in bagno mi sembrava una pressione del dito”.

“Per noi era un attacco di panico”, aggiunge la madre di Martina, ma sembra davvero strano che con quella fuoriuscita di sangue dal corpo di Marco si possa pensare ad un attacco di panico. “Non era tanto sangue”, sostiene la donna.

Anche Viola Giorgini, la fidanzata di Federico e Antonio Ciontoli parlano di “una escoriazione”, una piccola ferita, a fronte di quello che invece era un buco del diametro di un centimetro. Oltre tutto, sono diverse le tracce di sangue di Marco che sono state trovate in casa Ciontoli.
 

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