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Il sindaco Vassallo ucciso per la lotta a uno strano giro di droga? | VIDEO

Nella nuova puntata, con una rivelazione clamorosa, dell’inchiesta di Giulio Golia e Francesca Di Stefano approfondiamo il ruolo dello spaccio ad Acciaroli, frazione del comune di Pollica. Il sindaco Angelo Vassallo sembra che stesse cercando di contrastare il traffico di droga nei mesi precedenti al suo omicidio

Angelo Vassallo era il sindaco di Pollica: il 5 settembre del 2010 è stato ucciso con nove colpi di pistola mentre rientrava in auto verso casa. A nove anni dal suo omicidio ancora non è stata scoperta la verità che si cela dietro alla morte del sindaco. Nella prima puntata dell’inchiesta di Giulio Golia e Francesca Di Stefano vi abbiamo raccontato tutto quello che sembra non tornare nella ricostruzione di quella notte e tutti i dubbi ancora da sciogliere intorno all’omicidio.

Nella seconda parte ci siamo concentrati sul numero curiosamente alto di carabinieri a vario titolo coinvolti nella vicenda: dal “carabiniere sordo” che non avrebbe sentito gli spari a pochi metri dal luogo dell’omicidio fino al colonnello Fabio Cagnazzo, che nelle ore successive all’omicidio sembra aver condotto alcune indagini senza mandato da parte della procura.

Nella terza parte, che potete vedere qui sopra, ci concentriamo invece sul giro di droga nella frazione di Acciaroli: sappiamo infatti che Angelo Vassallo si era lamentato più volte con la locale caserma dei carabinieri chiedendo duri interventi per arginare lo spaccio di sostanze stupefacenti. Che ci sia il mondo della droga dietro l’omicidio del sindaco di Pollica?

Prima della morte di Angelo Vassallo, non era ufficialmente emerso nulla sullo spaccio ad Acciaroli. A portare sotto la luce dei riflettori il mondo della droga era stato proprio Cagnazzo, che nella sua nota di servizio indicava varie figure tra cui quella del “Brasiliano”: uno spacciatore per anni al centro delle indagini, la cui posizione sull’omicidio è stata però archiviata ben due volte.

Pare che Francesco Avallone fosse molto amico del “Brasiliano”. Francesco Avallone è l’ex fidanzato di Giusy, la figlia del sindaco di Pollica. Lavorava all’enoteca della famiglia Vassallo, che era diventata una dei centri della movida della frazione di Acciaroli. Secondo la vedova di Angelo tra lui e Avallone non c’era un buon rapporto, ma il sindaco cercava comunque di farlo integrare e interagire con la famiglia. “Angelo non si era reso conto che era un pezzo di merda”, sostiene il fratello.

Nei giorni successivi all’omicidio il comportamento di Avallone sembra cambiare: avrebbe cominciato ad assumere medicine e alcol in grandi quantità. E questo sarebbe andato avanti per mesi. Secondo il racconto della famiglia Vassallo è solo in quel periodo che Giusy e tutti i parenti scoprono che Avallone fa uso di sostanze stupefacenti. “Mia figlia non l’ha mai saputo”, conferma la vedova di Angelo. Possibile però che il sindaco di Pollica sapesse della dipendenza del compagno della figlia e che per questo si fosse attivato per contrastare lo spaccio ad Acciaroli?

Mi raccontò che la droga gliela dava la persona che ha il negozio a fianco al suo”, dice il figlio di Angelo. Proprio il negozio dove il colonnello Caiazzo, come vi abbiamo raccontato nei capitoli precedenti, aveva acquisito i filmanti delle telecamere. Il proprietario del negozio però è stato assolto da tutte le accuse.  Nel giro di Avallone ci sarebbe stata anche un’altra persona: Luca Cillo. Secondo i magistrati Francesco Avallone sarebbe stato coinvolto nel traffico di stupefacenti di Acciaroli insieme a Luca Cillo, che sarebbe stato amico anche dello stesso sindaco Vassallo.

Luca Cillo sarebbe stato anche protagonista di un episodio singolare: “Mi disse che aveva saputo che Cagnazzo aveva un container in cui aveva nascosto la droga”, racconta Antonio, il figlio di Angelo Vassallo. Cillo avrebbe ripetuto questa accusa anche agli inquirenti: quando il carabiniere lo venne a sapere, lo aggredì fisicamente. Giulio Golia è andato a chiedere direttamente a Luca Cillo la sua versione: secondo lui, però, “tutto parte da Avallone”. Sarebbe stato lui infatti a dire a Cillo che Cagnazzo aveva un container dove nascondeva la droga. “Io non sapevo neanche dell’esistenza del colonnello ad Acciaroli”. Cillo nega anche di averne parlato con il figlio di Vassallo. È importante comunque sottolineare che da queste accuse Fabio Cagnazzo è stato completamente scagionato

A questo punto la Iena va a trovare Francesco Avallone: “Mi hanno fatto vedere nero a me, perché non c’entro niente. Se ho fatto male, ho male a me stesso facendo uso di quello che usavo”, dice a Giulio Golia. “Pure io voglio sapere chi è stato, perché mi ha cambiato la vita”. Poi, si apre a un’ipotesi che sarebbe clamorosa: “Se con la scusa che arrivavano i collaboratori (ad Acciaroli, ndr), che ne so, i viaggi che facevano i carabinieri… portavano la droga? Eh, uno più uno fa due. Chi controllava loro Giulio? Nessuno controllava loro”. Avallone sembra quindi suggerire che, visto che i carabinieri d’inverno portavano i pentiti e i collaboratori ad Acciaroli, magari la droga veniva portata proprio tramite questi viaggi. Subito dopo però Avallone fa un ragionamento che sembra contraddire il precedente: ricorda che i pentiti verso aprile lasciavano la frazione e che non si potrebbe parlare di un traffico di droga di grandi proporzioni.

La Iena chiede ad Avallone anche della figura di Luca Cillo: “Uno dei più grandi pezzi di merda che io abbia mai conosciuto. Un megalomane, un pazzo. Dice tante di quelle puttanate: disse che sapeva chi era stato (a uccidere il sindaco Vassallo, ndr) nei giorni successivi”. Secondo il racconto di Avallone, Cillo avrebbe detto di aver saputo che i carabinieri sarebbero stati coinvolti nell’omicidio di Angelo Vassallo. La versione di Avallone sembra almeno in parte confermata da uno dei nipoti del sindaco, Andrea. Ripetiamo che Cagnazzo è stato scagionato dalla giustizia da tutte queste accuse. Chi è, quindi, ad aver inventato questa storia? E perché? 

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