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Volontario in carcere: “Quando entro lì dentro mi sento detenuto anch'io"

La lettere di un volontario nel carcere minorile di Treviso: "Sconfiggete  paure e pregiudizi, lasciatevi trasportare dal fascino dell’ignoto"

Care Iene,

Mi chiamo Yahya, ho 19 anni e sono un ragazzo di origine marocchina. Vivo a Treviso, dove da circa sei mesi ho iniziato un percorso di volontariato all’interno dell'Istituto penale minorile di Santa Bona.

Quando varco il cancello della struttura penitenziaria, improvvisamente anch’io mi sento un carcerato. Mi immedesimo nelle vite dei detenuti. Fisso le sbarre delle finestre come se fossi “in gabbia” da anni, con lo sguardo perso nel vuoto. Piango interiormente come se i miei genitori fossero a casa e si stessero chiedendo: "Dove abbiamo sbagliato? Perché nostro figlio ha commesso un reato?". 

Ricordo come fosse ieri il primo giorno dentro il carcere minorile. Una terrificante angoscia mi divorava lo stomaco. Prima di attraversare le mura del carcere, credevo che avrei incontrato giovani detenuti con indosso tute arancioni con i numeri seriali incisi sopra stile Prison Break. Credevo che sarei uscito senza una gamba dall’edificio. Credevo che mi avrebbero puntato il dito senza motivo. 

Credevo che avrei incrociato agenti spietati con il manganello in mano. E invece, con mia grande sorpresa, ho visto agenti penitenziari che operano in borghese e si rapportano con i detenuti in modo amichevole, quasi familiare. Nella mia ignoranza, tutto ciò che credevo allora si è rivelato sbagliato. 

Sono passati circa sei mesi dal primo giorno in cui sono entrato nel carcere come volontario e oggi posso dire che il regalo più grande che questi detenuti potessero farmi è stato aprirmi le porte del loro burrascoso passato, riponendo fiducia nei miei confronti. 

Tre sono i detenuti con cui ho più confidenza. Alle loro spalle hanno condanne molto pesanti. È grazie a loro se non ho abbandonato il percorso di volontariato. Abbiamo imparato a conoscerci mettendo da parte i pregiudizi. 

Per questo, voglio parlarvi un po’ di loro:

C. è un appassionato di tennis, ha vinto numerosi e prestigiosi trofei. Il suo progetto per il futuro è trovare un lavoro che gli permetta di vivere degnamente assieme alla fidanzata.
L’ultima volta, prima di salutarci, mi ha promesso che comincerà a partecipare ai corsi di cucina organizzati nella struttura penitenziaria. 

F. è un’enciclopedia vivente, nel vero senso della parola! Parlare con lui è stimolante. I suoi discorsi ti aprono la mente. Il suo obiettivo è continuare gli studi e, in un futuro possibilmente non troppo lontano, aprire un’impresa nel settore turistico. Lui desidera semplicemente che i suoi genitori stiano bene, il suo più grande obiettivo è prendersi cura di loro.

M. all’apparenza è un ragazzo freddo, senza emozioni. Ma è solo una maschera. Tra una chiacchierata e l’altra, ho capito quanto sia intelligente e protettivo nei confronti delle persone a cui vuole bene. E’ di origine albanese, io marocchina. Così molte volte spendiamo il tempo a disposizione per imparare l’uno la lingua dell’altro.

La maggior parte dei giovani detenuti ambisce al riscatto. Tentano di voltare pagina, di dimostrare quanto valgano. 

Nel carcere minorile mi sono accorto di quanto la musica colmi il vuoto di queste persone, aiutandoli a vagare, almeno con la mente, dimenticando dove si trovano. Ascoltano soprattutto musica rap, anche tutto il giorno, con l'mp3 in mano. Gli artisti più amati sono Capo Plaza e Sfera Ebbasta.

Con questa lettera non voglio affermare che la reclusione sia un'avventura da provare. Assolutamente no.
 

Ho vissuto il carcere da uomo libero, quindi non ho il diritto di affermare nulla di simile.

Ho voluto raccontare questa esperienza per invitare ognuno di voi ad affrontare nuove sfide.

Il volontariato mi sta rendendo una persona migliore, meno egoista e più premurosa nei confronti di chi mi circonda.
Ringrazio di cuore le educatrici per la possibilità ed ovviamente i ragazzi detenuti per avermi accolto e accettato. 

Sconfeggete le paure e i pregiudizi che vivono dentro di voi, lasciatevi trasportare dal fascino dell’ignoto. Intraprendente nuove sfide, mettendo da parte il timore di fallire.

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