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News | di Beatrice Pratellesi |

Xanax senza ricetta, l'acquisto a Termini è un gioco da ragazzi | VIDEO

Accanto alla regolare prescrizione medica per gli ansiolitici come lo Xanax, utilizzati per curare disturbi come ansia e attacchi di panico, c’è un mondo di psicofarmaci assunti senza alcuna prescrizione e controllo medico. Un fenomeno che tra i giovani è diventato quasi una moda, con pericolose conseguenze

“Scusa, hai lo Xanax?”, “Guarda devi andare in via***, lì trovi quelli che vendono queste cose qua”. Siamo a Roma, nei pressi della stazione Termini. Un nostro complice sta cercando di procurarsi lo Xanax, un ansiolitico il cui principio attivo, l’Alprazolam, appartiene alla famiglia delle benzodiazepine. Si tratta di uno psicofarmaco legale che deve però essere acquistato e preso esclusivamente su prescrizione medica. Lo Xanax viene generalmente prescritto per curare stati d’ansia o attacchi di panico. Ma sono sempre di più i giovani, e non solo, che abusano di questi farmaci procurandoseli senza prescrizione e assumendoli senza controllo medico.

Nel mondo dei ragazzi gli ansiolitici sono diventati quasi una moda “pop”. Basta ascoltare i brani di alcuni artisti trap, da Tony Effe della Dark Polo Gang a Sfera Ebbasta che, nell'album Rockstar, ha inserito una traccia dal titolo XNX, chiara citazione dello psicofarmaco: “Questa modella vuole lo Xanax. Poi sembra scema da come parla. Gola un po' secca qua non c'è acqua, no. Mi dice: ‘Non mi sento più la faccia’”.

In Italia, secondo i dati diffusi dallo studio IPSAD 2017 condotto dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr, il 15,1% della popolazione (su un campione di 12mila intervistati) ha assunto psicofarmaci almeno una volta nel corso dell’anno. Si tratta di quasi 7 milioni di persone tra i 15 e i 74 anni. Per il 18% sono donne, mentre il consumo maschile si attesta all’11%.

Mentre gli anziani rimangono i principali consumatori (24%), non è da sottovalutare il consumo da parte dei giovani: il 9% ha tra i 15 e i 34 anni. “Ma anche in questo caso il fenomeno rimane rilevante: gli psicofarmaci sono il terzo tipo di “sostanze” più usato dai ragazzi dopo cannabis e le NPS (nuove sostanze psicoattivi)”, ha commentato Sabrina Molinaro, curatrice del rapporto.

Un dato interessante riguarda proprio l’assunzione fuori dal controllo medico. Lo studio evidenzia infatti che il 6% della popolazione 15-74enni ha utilizzato psicofarmaci non prescritti dal medico, recuperandoli anche attraverso conoscenti o parenti, oltre che online o rivolgendosi in farmacia. Noi abbiamo testato quanto sia facile procurarsi lo Xanax girando per le strade di Roma, nei pressi della stazione Termini, per chi non ha la prescrizione medica, come potete vedere nel video qui sopra.

“Il problema non è nuovo. Ora si chiama Xanax, ma da sempre le benzodiazepine sono farmaci conosciuti nel mondo delle droghe”, commenta Antonio Boschini, responsabile sanitario di San Patrignano, comunità di recupero per tossicodipendenti. “Adesso ci sono l’Alprazolam e il Rivotril (un altro psicofarmaco, ndr.) che vanno per la maggiore, forse perché si possono comprare sul mercato nero o dagli spacciatori. Molti giovani li trovano in casa perché sono farmaci prescritti di frequente”. Nei casi incontrati da Boschini all’interno della comunità di recupero gli psicofarmaci vengono usati in combinazione con altre sostanze e l’effetto è deleterio. “Psicofarmaci come lo Xanax vengono associati con l’alcool per potenziarne l’effetto, oppure con droghe come la cocaina”. In questo caso, spiega Boschini, “viene assunto per contrastare il down che si ha dopo la serata, quando svaniscono gli effetti ‘eccitanti’. Inoltre, quando i ragazzi ci raccontano la loro ‘storia’ con le sostanze, vediamo che spesso prima di usare droghe hanno iniziato con psicofarmaci, per poi passare al mix psicofarmaci-droghe”. Anche se, spiega Boschini, le prime sostanze di abuso incontrate dai 15enni rimangono alcool e cannabis.

Lo Xanax in particolare sembra essere l’ansiolitico preferito dai giovani, forse per moda, per il prezzo basso o perché è facile da reperire per chi non ha la ricetta medica, dal dark web alle strade. Al nostro complice è bastato fare un giro nei pressi della stazione Termini. Dopo alcuni tentativi trova Pietro (il nome è di fantasia), un uomo evidentemente sotto effetto di sostanze che dice di poterlo aiutare a procurarsi lo Xanax.

“Anch’io prima lo prendevo, poi sono passato al Rivotril. Non lo trovo sto andando in astinenza”, dice Pietro. “Lo Xanax dura tre, quattro ore, il Rivotril te lo prendi e stai otto, nove ore senza ansia, fatto, stai più tranquillo”. Appuntamento al giorno dopo con la ricetta dello Xanax e poi si parlerà di “cifre”. Già, perché per quest’uomo quello di “spacciare ricette” sembra essere un vero e proprio business. “Questa che ti do è originale”, dice Pietro al nostro complice passandogli la ricetta autentica per lo Xanax che gli ha prescritto il medico. “Ma te non hai il medico?”, chiede al nostro complice. “Sì, ma non mi fa la ricetta. Te come fai, basta che dici che ti senti male?”, “Sì, gli dico che mi sento l’ansia”, spiega Pietro. Ma la ricetta che vende al nostro complice è a suo nome, così Pietro si raccomanda: “Stai in campana che c’è il nome mio, se ti dovessero fermare dì che è di un tuo amico, sennò è spaccio”. "Il nome sulla ricetta non viene mai controllato", commenta Gihad Samarli, iscritto all’Ordine dei Farmacisti delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza. "Anche perché magari chi va in farmacia sta prendendo la ricetta per qualcun altro che sta male a casa. Basta che ci sia una regolare prescrizione". 

I due entrano in farmacia, dove la farmacista vende regolarmente, come prescritto, lo Xanax a Pietro. Però non timbra la ricetta e per Pietro questa è una vera fortuna. “Manco me l’ha timbrata, ci prendi altre tre scatole”. Lo Xanax, infatti, fa parte dei farmaci che con ricetta ripetibile. Per le benzodiazepine la ricetta ripetibile può avere un massimo di tre timbri, il che vuol dire che il paziente può recarsi tre volte in farmacia a comprare una scatola del farmaco prescritto. La validità della prescrizione, in questo caso, è di un mese. Pietro ricorda perfino alla farmacista che la ricetta andrebbe timbrata: “quanti timbri ci posso fare?”. “Tre”, risponde la farmacista. Ma nulla, i due escono senza lasciare alcuna traccia di aver già acquistato, con quella ricetta, una confezione di Xanax. “La legge prevede che il farmacista ha l’obbligo di timbrare ogni volta che vende le benzodiazepine”, spiega il farmacista Samarlia. “A volte non timbra per distrazione o perché non ha voglia. O magari perché se il cliente è ‘fidelizzato’ e vede che in quella farmacia non timbrano la ricetta, tornerà lì. A me è successo che alcuni clienti mi chiedessero di non timbrare, dalla vecchietta al giovane, sostenendo che in altre farmacie venivano accontentati, ma non si può fare”.

E Pietro ci racconta di avere anche altri modi per procurarsi lo Xanax senza limiti. “Faccio le fotocopie della ricetta” e ci porta con lui in copisteria. E per la data, dice Pietro, non è un problema: “Quando è 5 lo puoi far diventare 8, ma vabbè le ricette tanto le rimedi tutti i giorni. La data la modifico, da 5 diventa 6 e già ti vale fino a giugno, poi 8 e ti fai pure agosto”.

“A me è capitato che chiedessero un farmaco con ricetta fotocopiata”, ci racconta sempre Samarlia. “Io me ne sono accorto. Si dovrebbe capire dal fatto che sulla ricetta ci deve essere la controfirma del medico, quindi lo vedi se è a penna o no. Ma può darsi che il farmacista nella fretta, magari quando ha tanti clienti, guardando velocemente non se ne accorga. Basterebbe stare più attenti, soprattutto perché a volte succede che chi chiede benzodiazepine sia aggressivo e insistente”.

Una volta fotocopiato l’originale, Pietro cambia il cognome sulla ricetta che dà al nostro complice e gliela vende. “Ti ho preso la scatola da 0,25 mg e la ricetta, con cui puoi prendere altre tre scatole, di solito la vendo a 50, ti faccio 40”. Totale? “Dammi 60 vai ti levo 5”. Un bel rincaro visto che la scatola di Xanax l’ha appena comprata a 4,40 euro. E dopo qualche trattativa si “accontenta” di vendere tutto a 45 euro.

Ma non sempre Pietro ha a disposizione la ricetta originale del medico. Anche in questo caso, ci racconta, non c’è problema: “Le ho anche false”. E come si fa? “Vai in tipografia, prendi i fogli bianchi, le ricette sono 15 per 20. Vai da ***”, e fa il nome di una tipografia di Roma. “Ti fai fare un timbro falso come ho fatto io: dottor, che ne so, Amilcare Rossi. Una volta che hai il timbro con lo stampino metti timbro qui, timbro qua e scrivi un nome inventato, Ugo Rossi. Io dalle ricette che facevo sai quanti soldi ci guadagnavo…”. Anche perché “lo Xanax va di moda, se lo pigliano tutti: mio zio, mia cugina, tutti”. “Il problema è che il farmacista non controlla mai se il medico che ha prescritto la ricetta esiste davvero”, spiega il farmacista Samarlia. “Quindi uno vede a occhio se ci sono tutti gli aspetti formali, come nome e cognome del paziente, data e timbro, nel quale ci devono essere sia nome del medico che codice fiscale o numero di iscrizione all’Ordine. Ma il problema è che poi nessuno controlla i dati”.  

Ma non è finita qui. Pietro ci mostra come, usando la ricetta per un altro psicofarmaco, il Rivotril, riesce a farsi dare lo Xanax in farmacia. Entriamo con lui. Pietro, forse perché non troppo lucido, come prima cosa dice alla farmacista che lo Xanax non è per lui: “Guardi signorina, ho portato un ragazzo che dovrebbe prendere lo Xanax ma non ha la ricetta. Io ho quella del Rivotril”. Inizialmente la farmacista tentenna: “Non è che si può fare...”. Ma poi si convince: “Le posso dare quella da 0,25 di Xanax”. E, usando la ricetta del Rivotril, Pietro si fa dare lo Xanax, dicendo esplicitamente che non è per lui. Ma la farmacista glielo vende, tanto che Pietro si sente libero di chiederle pure delle forbici per dividere le pasticche con il nostro complice.

 

In collaborazione con Mattia Moro

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