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Allevamento da incubo: i maltrattamenti su maiali che mangiamo | VIDEO

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Carcasse abbandonate per giorni, letame ovunque, condizioni di sicurezza degli addetti ignorate. Matteo Viviani e Riccardo Spagnoli hanno raccolto la testimonianza di un ex impiegato di un allevamento di maiali, che denuncia le terribili condizioni in cui questi animali, destinati a finire sulle nostre tavole, sono costretti a vivere

Le immagini che vedete nel servizio di Matteo Viviani e Riccardo Spagnoli parlano da sole. Sono registrate in un grande allevamento di maiali in Italia. La voce è quella di un ex dipendente di quel posto, si chiama Marco e ha 40 anni. “Questo mestiere è uno stile di vita, non un lavoro”. Lui è stato per molto tempo un imprenditore, ma dopo anni è costretto a vendere la sua attività per via di alcune difficoltà finanziarie.

Marco vende così la sua azienda a un imprenditore suinicolo, che decide di tenerlo a lavorare con lui vista la sua grande esperienza nel settore. In pratica continuava a fare lo stesso lavoro di sempre, ma adesso da dipendente. Nel giro di poco tempo però nascono le prime tensioni, e il rapporto tra i due inizia a incrinarsi. “Mi occupavo di circa 16mila maiali. Lui pretendeva il massimo”, racconta Marco.

Da quello che ci dice, Marco sembra davvero preoccuparsi del benessere degli animali. E come lui tantissimi altri allevatori in Italia. Questo, stando al racconto del nostro testimone, sembra proprio di no. “Nei mesi estivi non andavano le ventole e alcuni maiali morivano asfissiati”, ci racconta Marco: “L’abbeveratoio non era spontaneo, all’80% non veniva rimosso il liquame”. Insomma uno scenario che sembra davvero terribile.

Anche alcune norme di sicurezza sul lavoro non sarebbero state rispettate. Marco decide di rivolgersi al sindacato e iniziare a filmare quello che succede in quell’allevamento. Potete vedere i video nel servizio, con una avvertenza: se siete particolarmente impressionabili, le immagini possono essere davvero disturbanti.  Stando al suo racconto, questa situazione sarebbe durata per anni e a un certo punto Marco dice di aver iniziato a non sopportarla più. “Avevo problemi alle gambe, di pressione, soffrivo di crisi di panico”, ci racconta.

Mi venivano attacchi di panico nei capannoni, ho fatto un periodo di un anno e mezzo che ero… poi ho seguito i consigli di mia moglie e mi sono rivolto a un medico e a uno psicologo. È qui che mi viene diagnosticato un disturbo da stress da lavoro correlato”. Attualmente Marco non lavora più in quell’allevamento, perché il suo capo l’ha licenziato. Solo in un secondo momento si è rivolto ai Nas.

Il nostro testimone è tornato a fare altri video per capire se qualcosa fosse cambiato in quell’allevamento e noi, per capire qualcosa di più, ci siamo rivolti al vicepresidente della Lav Roberto Bennati. “Noi ci occupiamo tutti i giorni di combattere e denunciare le violenze sugli animali”, ci dice. “Non tutti sono così, ma ci sono alcuni allevamenti che purtroppo ha queste condizioni”. Dopo aver visto le immagini che abbiamo portato, la Lav ha deciso di andare avanti anche per conto proprio.

Le ulteriori immagini che vi mostriamo sono davvero durissime. Ci sono addirittura immagini di maiali che divorano le carcasse di altri maiali, morti e apparentemente lì abbandonati da giorni. “Sicuramente una struttura di questo tipo non garantisce l’igiene sanitaria degli animali e un allevamento come questo genererà solo animali che sono un pericolo per la salute umana. Sono immagini che non hanno bisogno di nessun commento”, chiude Bennati guardando il video delle carcasse di maiali impilate l’una sopra l’altra in una cella senza refrigerazione attiva. “È un girone infernale, qualcosa di veramente incredibile”.

A questo punto Matteo Viviani va a parlare direttamente con il proprietario dell’allevamento. Lui prima nega ogni possibile negligenza o maltrattamento, ma dopo aver visto le immagini che abbiamo raccolto e incalzato dalle domande della Iena ci dice: “Ho sbagliato e cerco di rimediare in tutti i modi possibili”. Non basta però: Matteo Viviani chiama i Nas. Che il giorno dopo arrivano a controllare. Speriamo davvero che simili condizioni per i poveri animali possano non ripetersi più.

Se qualcuno avesse bisogno di un allevatore di maiali onesto può scrivere: unbravoallevatore@gmail.com

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